Blasi: ‘La mia passione c'è, sta a tutti farla crescere...’
"La mia passione c'è, sta a tutti farla crescere ..." Così Gigi Blasi in riferimento alla sua grande passione calcistica, il Taranto, in un'intervista rilasciata a Pierangelo Putzolu per "Lo Jonio" periodico di informazione da venerdì 27 ottobre in edicola e negli esercizi pubblici e privati di Taranto e provincia. L'imprenditore manduriano non ha mai nascosto la sua volontà e il suo desiderio di ritornare alla guida del Taranto ricorrendone ovviamente le condizioni e, ancora una volta, in un'intervista ampia che spazia dalla sfera personale al suo alto profilo industriale passando anche per la politica, ma partendo inevitabilmente dal calcio e dal Taranto, nel rispetto dell'attuale proprietà ha manifestato il suo pensiero.
- Presidente, una pausa prima di tornare al suo quartier generale di Imola. Cominciamo dal Taranto Calcio?
"Lo sapevo…".
- Le manifestazioni di interesse ci sono state e sono pubbliche. Le sue condizioni erano chiare: “Prendo il club a zero euro e senza debiti e lo rilancio”. Almeno questa era la base di partenza della trattativa. È tornato alla carica e le hanno risposto che se ne parla a fine campionato. Poi la cessione del club a Giove.
"Faccio i miei auguri a Giove e al Taranto, spero che la squadra torni al più presto nelle categorie che competono a una piazza così importante".
- Se il Taranto fosse ritornato nelle sue mani che progetto avrebbe proposto?
"Oggi il calcio è cambiato, il passato è bello da ricordare, ma è roba romantica. Quel che accade in Italia, ma soprattutto all’estero (Spagna, Francia, Inghilterra, e non solo) è sotto gli occhi di tutti. Si spendono fior di quattrini, è vero, ma dietro ogni operazione c’è il business. Per tutti. Innanzitutto per chi investe, senza però dimenticare che c’è un ritorno per le città, crocevia di grandi uomini d’affari, per la tifoseria, per i calciatori e per tutto quello che si muove dentro e attorno a un club calcistico. Prendere il Taranto per me avrebbe significato dare corpo ad un sogno realizzabile in cinque anni, senza dimenticare che andare in B e magari in A, per poi sprofondare nuovamente nel tunnel, non avrebbe senso".
- E allora?
"E allora serve un progetto che coinvolga innanzitutto la gente, i tifosi. Occorre in primo luogo intervenire sullo stadio, che è tutto da rifare, rendendolo multifunzionale, sulle aree adiacenti da attrezzare, ma soprattutto sul vivaio. L’esempio è quello di Giampaolo Pozzo, presidente dell’Udinese e patron di altri club in Europa. Di giocatori importanti ne ha sfornati, eccome! La sua arma è stata ed è il vivaio. Se Gigi Blasi trova interlocutori seri (fa sorridere il fatto che egli spesso parli di sé in terza persona, ma questa è una caratteristica tutta sua, alla quale fa bene a non rinunciare) è certo che il progetto si può concretizzare. Ai tifosi non costerebbe quasi nulla, a me molto di più. Ma a guadagnarci sarebbe tutto il territorio: sottrarrebbe degrado, svilupperebbe nuova economia, posti di lavoro, attrarrebbe turisti (perché il calcio è una delle principali attività per le quali la gente si sposta da una città all’altra), merchandising e quant’altro".
- Intanto tra il dire e il fare c’è di mezzo l’attuale proprietà.
"Io ho sempre pieno rispetto per tutti, e dunque anche per gli attuali dirigenti. Osservo solo quel che accade, e certo non mi fa piacere. La mia passione c’è, sta a tutti farla crescere…".
Sin qui lo stralcio di una intervista più ampia pubblicata, come detto, su "Lo Jonio" ricca di contenuti che traccia i contorni di Gigi Blasi uomo, industriale e tifoso. Significativo e pieno di affetto verso la maglia rossoblu il finale dell'intervista. "Del Taranto vi ho detto, resta nel mio cuore, ma adesso è bene che Massimo Giove e i tifosi si adoperino per dare alla città una squadra che conta. Luigi Blasi starà sempre sui campi di calcio, è la mia passione. Se prenderò una squadra, e di offerte dalla A in giù ne ho a josa, lo deciderò al momento opportuno. Con un progetto al passo con i tempi, stile-Udinese".