CGIL e FILLEA contro ANCE in difesa dell'ordinanza del Sindaco Melucci

CRONACA
03.08.2023 15:43

Ci spiazza la presa di posizione critica di ANCE contro l’ordinanza del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci che vieta il lavoro in condizioni di esposizione prolungata al sole sino al 31 agosto e ci spiazza anche la disamina in punta di codice, quando è evidente che il tema della sicurezza sul lavoro e quello sull’emergenza climatica hanno bisogno di cultura in evoluzione che vada ben oltre i vecchi obblighi normativi e salvaguardi dal rischio termico lavoratori e la stessa impresa che tiene ad ognuno di loro.

Così Giovanni D’Arcangelo e Francesco Bardinella, rispettivamente segretario generale della CGIL di Taranto e della FILLEA CGIL tarantina, che intervengono dopo la recente critica da parte del presidente della locale ANCE Confindustria che bolla come “generica e poco chiara” l’ordinanza n. 25 del 28 luglio scorso del primo cittadino di Taranto.

L’alta temperatura è un fattore di rischio molto grande per la salute dei lavoratori – continuano – e il provvedimento emesso dal Sindaco di Taranto non si basa sulle oscillazioni di caldo percepite dal singolo lavoratore, ma su condizioni definite in maniera assolutamente scientifica dalla mappa del rischio predisposta da INAIL e CNR a cui tutti coloro che tengono alla vita e alla salute delle persone dovrebbero attenersi con scrupolo.

Nel solo mese di luglio in Italia abbiamo registrato 16 morti da calore – dicono D’Arcangelo e Bardinella – e non si contano invece i casi di malori improvvisi soprattutto tra operai edili e lavoratori agricoli. Vite che valgono certamente di più dei numeri da ascrivere nel fatturato. Non vi è pertanto nulla di poco chiaro o generico in una ordinanza che ricalca pedissequamente sia i documenti riferibili al Portale su gli Agenti Fisici, sia quelli del portale dell’INAIL dedicati allo stress termico che riguardano, è il caso di precisarlo, sia i settori dell’edilizia civile, industriale e stradale, sia il comparto estrattivo, il settore agricolo e della manutenzione del verde e il comparto marittimo e balneare.

Anche le note dell’Ispettorato del Lavoro sono chiare – specificano – e di fronte a pericoli “gravi o imminenti” legati non necessariamente al caldo africano ma anche al micro-clima all’interno del cantiere si tutela la salute e la vita. Siamo disponibili come sindacato a ridiscutere anche di una temporanea riorganizzazione del lavoro, come sta già avvenendo all’interno di alcune imprese, ma questa reazione di fronte ad un provvedimento che sa di buon senso e umanità non ce lo saremmo mai aspettato.

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