VIRTUS: Magrì tende la mano a Zelatore e Bongiovanni

TARANTO
Vito Galasso
19.04.2016 10:13

Lacrime autentiche, innocenti, oneste e naturali. I lucciconi agli occhi e le guance rigate del presidente del Taranto, Elisabetta Zelatore, a margine della sconfitta interna contro il Serpentara hanno toccato il cuore del massimo dirigente della Virtus Francavilla, Antonio Magrì, che si dichiara pronto ad accendere il calumet della pace. “Non voglio passare per il cattivo di turno contro il Taranto - spiega a Blunote -. Spero che i rapporti restino ottimi. Quando il Taranto è stato in categorie superiori, noi di Francavilla abbiamo sempre fatto il tifo per i rossoblù. Ci sono rimasto davvero male per le insinuazioni di Tonio Bongiovanni, non posso negarlo. Sono di carne e ossa, non di pietra. Mi ha dato fastidio perché noi non trucchiamo le partite. Da parte nostra, nessuno ha mai pensato che i tarantini potessero falsare a proprio favore le gare. Avevo apprezzato molto il fatto che Zelatore avesse corretto il tiro in merito alla prestazione del Bisceglie. Ho visto la conferenza stampa di domenica scorsa e mi hanno colpito profondamente le lacrime del patron ionico. Mi sono immedesimato in lei e la capisco. So che ha lavorato per tutto questo tempo in maniera onesta e seria. Lei è una donna e probabilmente ha una sensibilità differente dalla mia. Al posto suo, io mi sarei chiuso in casa. Devo essere sincero: dopo tutto quello che è successo, mi aspettavo una telefonata da parte sua. Sono pronto a tendere la mano”.
Dissapori e malumori creano sempre discordie e divisioni. Magrì cerca di spiegare i motivi della ruggine nei confronti di Studio 100. “Non voglio e non pretendo più spazio. Capisco che il post-partita di Taranto avesse contenuti più interessanti rispetto a quelli nostri, tuttavia non ho trovato corretto tagliare repentinamente le dichiarazioni del nostro allenatore, senza per giunta ritrasmetterle in seguito. E' stata una mancanza di rispetto. Certo, erano più importanti le dichiarazioni dello Iacovone, ma il metodo è stato sbagliato. Mi domando: come l'avrebbero presa i tarantini a parti invertite?”
Il numero uno dei brindisini guarda le carte degli avversari: sono ferme lì, alle spalle, e i giochi non sono affatto chiusi. “La settimana scorsa tutti davano per spacciato il Nardò e ora è tornato in corsa e può fregare tutti. Non voglio si dica che la Virtus sia già in Lega Pro perché con il Gallipoli non sarà una scampagnata. Ci tengo a sottolineare che non pretendo di dare lezioni a nessuno: siamo una piccola società, non abbiamo strutture, ma i nostri tifosi vanno rispettati perché hanno anche loro una dignità. Inoltre, mi dispiace davvero tanto che il mio nome sia stato accostato a personaggi che non fanno parte del mio modo di essere".
Il discorso, poi, cade sugli arbitri e sulla sudditanza psicologica di fine campionato. “Comprendo le lamentele della presidenza tarantina, anch'io ho avuto parecchie perplessità nel corso del torneo. Tra l'altro, ho rivisto le immagini della gara di domenica e devo ammettere che il rigore concesso al Serpentara era molto dubbio. Il nostro tecnico, Antonio Calabro, sperava in un campionato regolare, ma non aveva intenzione di fare illazioni. Era solo un augurio. Si sa che qualche squadra, in questo preciso momento, tira i remi in barca, però non aveva un destinatario preciso”.
Il segreto per vincere non è il denaro a disposizione, ma la progettualità. “Non contano i capitali, è fondamentale la programmazione – spiega Magrì -. I nostri successi partono da lontano: conserviamo la stessa formazione dell'anno scorso con gli innesti di Ancora e Ciarcià, poi ceduti, Masini e successivamente Picci per dare maggiore esperienza al gruppo. Ritengo che il prossimo anno farà una grossa figura il Gravina perché è una società molto seria, con una grossa intelaiatura, che potrebbe puntare al salto in Lega Pro”.
Il presidente dei francavillesi si fa un augurio. “Spero che la prossima stagione Taranto e Virtus giochino nel campionato di Lega Pro. La serie D non appartiene agli ionici”.

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