2016: che sia l'anno della svolta per lo sport tarantino
Buon anno Taranto. Anche nello sport. Ne hai davvero bisogno.
Ci siamo lasciati dietro un 2015 difficile da catalogare: è stata un'annata positiva? Negativa? Più di tanti altri anni, stavolta, i risultati sono stati contraddittori. Sul campo e fuori.
TARANTO, CALCI DI DELUSIONE. Il calcio, lo sport più popolare a queste latitudini, ha vissuto l'ennesimo tourbillon di delusioni che ha caratterizzato gli ultimi lustri. Il mancato ritorno nel professionismo, ma ancora di più il nuovo tormentone estivo legato alle vicende societarie, hanno confermato quanto sia difficile “fare calcio” a Taranto. Stavolta non è bastato neanche l'arrivo di un “forestiero” a risollevare le sorti del pallone rossoblù: i repentini cambi di strategia di Campitiello, fino al clamoroso dietrofront finale (dalle dichiarazioni di amore eterno al disimpegno passarono, nel giugno scorso, 48 ore...), fanno parte ormai della storia, l'ennesimo capitolo nero del tormentato calcio locale. Al quale si spera possa seguire presto un capitolo finalmente esaltante, se i protagonisti del nuovo corso, il duo Bongiovanni-Zelatore, sapranno “tenere botta” in un ambiente deluso da anni di promesse mancate e ormai poco incline ad esaltarsi.
MARTINA, STRADA VECCHIA. Dalla vicina Martina Franca non sono arrivati segnali migliori: la nuova crisi societaria è stata evitata in “zona Cesarini”, l'avventura-Lippolis è durata un batter di ciglio ed il futuro del calcio biancazzurro ritorna legato... al passato. La salvezza in Lega Pro è tutta da giocare e quest'anno equivarrebbe alla vittoria di un campionato, viste le premesse...
YOUNG MEN. La retrocessione del Grottaglie in Eccellenza segna l'ennesimo passo falso di un movimento che stenta ad emergere: la serie D è diventata un “lusso” per il calcio jonico di provincia, alle prese con una crisi economica (e di idee, probabilmente) senza eguali in passato. A far sorridere il calcio ci pensa il settore giovanile: Juniores del Taranto e Allievi e Giovanissimi nazionali del Martina stanno facendo mirabilie, lanciando un segnale importante a tutto l'ambiente: il calcio, se si fondasse realmente sui vivai, avrebbe ancora un futuro roseo davanti a sè.
REAL... TÀ CONSOLIDATA. Restando intorno... ad un pallone, a tenere ancora alta la bandiera nel 2015 è stato il Real Statte, realtà consolidata del panorama non solo dello sport tarantino, ma di tutto il futsal in rosa italiano. Un esempio da seguire per tutte le discipline a squadre, fatto di programmazione, di oculati investimenti, di cura del vivaio, di attenzione al sociale. La Coppa Italia conquistata a marzo è l'ennesimo sigillo di un club che fa della costanza ai più alti livelli la sua bandiera. Il Real di Marzella è atteso da un futuro ancora luminoso e si può scommettere che anche nel 2016 sarà lì a giocarsela da protagonista su tutti i fronti, come dimostrato nella prima parte di stagione 2015-2016.
SPORT & SPONSOR. Il Real trae beneficio dalla presenza di un'azienda che si è legata a doppio filo al club. L'Italcave è “presente” non solo nel sostegno economico, ma anche dal puntodi vista umano, con la partecipazione diretta dei Caramia alla vita societaria, alle gare e alle iniziative di solidarietà.
Un esempio non isolato, per fortuna: il legame sponsor-società sportiva è alla base delle fortune di altre due realtà dello sport di squadra, quali il Cus Jonico Basket, per il secondo anno in terza serie nazionale (serie B), e la Livio Tempesta Volley, che sta inseguendo importanti traguardi in B2 femminile. Sodalizi che basano la propria organizzazione sull'attiva presenza di due aziende, rispettivamente Casa Euro e Comes, i cui titolari sono parte integrante della vita societaria. Ed anche la DueEsse *salvatrice del calcio martinese in estate) fa il suo con la Valle d'Itria Basket, anch'essa ancorata alla B.
Vorremmo che l'esempio di queste aziende venisse seguito da tante altre imprese del territorio. Il momento di crisi non permette grandi investimenti, ne siamo ben coscienti, ma lo sport non chiede grandi cire per mantenersi e gli imprenditori farebbero bene a non pensare ad investire su di esso soltanto per un mero ritorno d'immagine, quanto per contribuire fattivamente a sostenere un'attività che ha risvolti soprattutto sociali, perché toglie ragazzi dalla strada (o da pc e telefonini, fate voi) ed è il migliore strumento di raggiungimento di benessere fisico.
VINCI PER NOI. Lo sport jonico ha vissuto grandi momenti di esaltazione, in questo 2015. Su tutti va posto l'incredibile exploit di Roberta Vinci nella magica serata di New York. Un risultato, quella semifinale degli US Open vinta contro la strafavorita Serena Williams, che fa già parte della storia dello sport mondiale e consegna la 32enne tennista nell'olimpo dello sport tarantino.
Altrattanto esaltante è stata la prova di Antonella Palmisano ai Mondiali di atletica a Pechino: il suo 5° posto nella 20 km di marcia non resterà negli annali, ma è uno dei pochi sorrisi di una spedizione fallimentare della nazionale alla competizione iridata e consacra la 24enne mottolese tra le nuove realtà della specialità del tacco e punta, ad un anno dalle Olimpiadi di Rio de Janeiro, per le quali è già sicura del posto (idem per la Vinci).
In attesa che anche la sua specialità entri nel programma olimpico, ha fatto parlare di sé anche quest'anno Silvia Semeraro, promessa del karate azzurro: oro agli Europei e bronzo ai Mondiali Under 21, la 18enne faggianese merita di salire sul nostro “podio” delle imprese internazionali.
Dietro queste campionesse, lo sport jonico ha avuto tanti altri protagonisti, a partire da Antonio Giovinazzi, il 21enne martinese che ha sfiorato il titolo europeo della Formula 3, ai tanti giovani atleti vincitori di titoli italiani nell'atletica e din altre discipline. Segnali di un movimento che continua a produrre talenti, nonostante le difficoltà.
IMPIANTI, ALTRO ANNO BUTTATO. A proposito di difficoltà. Il movimento sportivo jonico meriterebbe maggiore sostegno non solo dall'imprenditoria, come abbiamo accennato, ma anche e soprattutto dalle istituzioni locali, che anche quest'anno hanno mostrato il passo sulle politiche a favore dell'attività sportiva.
L'annoso problema dell'impiantistica, soprattutto nel capoluogo, nel 2015 è rimasto irrisolto. Nonostante gli sbandierati impegni, nessun impianto è stato ristrutturato o riconsegnato alla fruizione. Su campo scuola, palestra Ricciardi, centro Magna Grecia, centro Maridipart, pattinodromo, Iacovone B, ne abbiamo sentite di tutti i colori. Per alcune strutture, si è passati dal sogno all'ennesima delusione, come per i nuovi campi di rugby e baseball.
In provincia, sono poche le isole felici, su tutte Martina Franca, la cui amministrazione da qualche tempo sta dando la giusta importanza allo sport.
INVERSIONE DI ROTTA. L'assenza di una programmazione pesa sulla politica tarantina a favore dello sport. Perché figlia, pensiamo, dell'incapacità di affrontare sul serio le problematiche dell'attività sportiva o della volontà di delegare ad altri la risoluzione impiantistica. Per il 2016, ci aspettiamo più interventi diretti nel campo dell'impiantistica e meno... celebrazioni, eventi che servono solo per fare passerella. Tempo ce n'è per invertire questa tendenza, perché gli strumenti ci sono, ne abbiamo già parlato. Questione di volontà...
Nella foto della Fondazione Taras 706 a.C., l'evento del 26 dicembre in onore a Roberta Vinci