Ripescaggi in Lega Pro, il "bordello" di Carlo Tavecchio

Calcio Varie
Redazione
14.05.2016 22:11

Cavese e Reggina (gli amaranto però ufficialmente si chiamano Reggio Calabria) si affronteranno, domenica, al Simonetta Lamberti - scrive Vittorio Galigani su resport24.it -. Una sfida dal sapore antico. Che evoca sensazioni di un calcio d’élite. Che a Cava de’ Tirreni non si provano da diversi anni. Si affronteranno nei play off di serie D. Nel tentativo, reciproco, di guadagnare la posizione migliore in chiave ripescaggio. Per essere inserite, assieme ad altre, in quella speciale graduatoria che darà diritto ad essere tra le prescelte. Quelle prime sei Società (da 54 a 60) che andranno a completare l’organico della futura serie C. L’argomento del giorno ruota attorno alle indiscrezioni trapelate all’indomani dell’ultimo Consiglio Federale. Quando Tavecchio dichiarò alla stampa, con fermezza, che anche per la prossima stagione si sarebbe intrapreso “un percorso oneroso”. Logico che tutte le Società confidino in una operazione indolore. Al massimo che, per il ripescaggio, venga richiesta una fidejussione suppletiva. Anche di importo elevato. Mai, però, quella “ignobile” decisione. La tassa del fondo perduto. Una imposizione destinata a naufragare sul nascere. A tutte le latitudini. Nessun imprenditore, degno di tale nome, si assoggetterebbe a tale coercizione. Alcuni presidenti, vedi Campitiello della Cavese, si sono già espressi in termini perentoriamente negativi. A Taranto pensano addirittura ad allestire una “colletta” pubblica (ipotesi tanto suggestiva quanto fantasiosa). In altre piazze non se ne vuol nemmeno sentir parlare. Il format della serie C rischia nuovamente di regredire. Sull’argomento la posizione dei vertici della Lega Pro è in netto contrasto con quella della Federcalcio. Gabriele Gravina si sta opponendo in tutti i modi a quella decisione. E’ in atto uno scontro politico che però al momento lo vede soccombere. Purtroppo. Indebolito anche dalla posizione assunta, negli ultimi tempi, dalla Associazione Italiana Calciatori. Che preferisce vivere la vicenda con toni distaccati. Stupisce, nel contesto, il loro modo di non tutelare il posto di lavoro per i loro associati. L’intendimento di Tavecchio è palese. Si uniforma ai desiderata espressi, tempo addietro, da Claudio Lotito. Ridurre l’organico della Lega Pro per indebolirlo a livello istituzionale. Nella ripartizione dei proventi e come espressione di voto. Sottrargli una parte di quel 17%, che rappresenta nell’assise federale, per girarlo alla Lega di serie A. In modo da non riscontrare più difficoltà per il raggiungimento della maggioranza qualificata. In tutte le adunanze. Perdurando lo stato attuale non ci sono speranze. Il Consiglio Federale, del prossimo 7 giugno, ufficializzerà una decisione in pratica già assunta. Quel “fondo perduto” s’ha da fare. Nonostante sia stato dimostrato che la richiesta è illegittima. Quelle società che si ritenessero danneggiate, ed avessero voglia di intraprendere una azione legale, avrebbero facoltà di ricorrere a Coni. In sintesi, il cane che si morde la coda. Ne varrebbe realmente la pena? Nel frattempo, martedì prossimo, al Tar del Lazio, si discute il ricorso di Pro Piacenza, Renate ed altre. Avverso alla decisione del Collegio di Garanzia dello scorso 4 settembre. Chiedono, tutte, un pacchetto di provvedimenti. Anche il blocco delle retrocessioni, nel campionato appena conclusosi. In pratica vorrebbero tutte salve ad accezione delle ultime classificate. Senza la disputa dei play out. Un pronostico? Oggi, nell’Italia che va, può succedere di tutto. Scusate l’espressione. Ma “che burdell’!”…

Nella foto: Carlo Tavecchio, presidente della Figc 

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