Taranto: Grandine killer, Fuggiano ‘Regione Puglia intervenga’
L’improvvisa ondata di maltempo del 4 luglio ha colpito le campagne della fascia occidentale della provincia di Taranto. Le grandinate hanno distrutto gli ortaggi e le produzioni di uva e frutta, interessando anche gli agrumeti, nelle campagne di Castellaneta, Crispiano, Ginosa, Martina, Massafra, Palagiano, Palagianello e Taranto, dove nubi di polveri hanno invaso il quartiere Tamburi. La Regione dovrebbe sentire il dovere di intervenire immediatamente per risollevare le sorti di un settore trainante dell’economia pugliese, già da tempo in condizioni critiche perl’assenza di una politica economica che assicuri adeguati ricavi sui prodotti agricoli. Politica che non permette, alla quasi totalità degli imprenditori, di proteggersi stipulando polizze assicurative per la copertura economica dei danni da calamità. Un valido esempio sulla mancanza di politiche efficaci lo abbiamo vissuto con la protesta degli allevatori che hanno dovuto gettare il latte prodotto con impegno e sacrificio per scuotere le coscienze di chi specula sul duro lavoro degli allevatori, ma anche degli agricoltori, costringendoli a vendere i prodotti sottocosto. Noi, dice Fuggiano, riguardo a questi gravissimi ulteriori danni, temiamo che la Regione abbandoni le aziende agricole, come colpevolmente ha già fatto sia per la crisi agrumicola,che si è consumata nel disinteresse generale dei parlamentari e consiglieri regionali del territorio, sia con il mancato indennizzo per il periodo di fermo biologico supplementare della pesca, nonostante abbia avuto a disposizione ingenti finanziamenti europei, ahimè, gestiti malamente. Siamo certi, continua Fuggiano, che l’incapacità del governo regionale di centro sinistra di fronte ai problemi che attanagliano il territorio, dall’agricoltura all’industria, dall’edilizia al commercio, indurrà gli elettori a dare, finalmente una spallata decisiva, riportando al governo della Regione il centro destra sotto la guida autorevole ed esperta di Raffaele Fitto.