Galigani: ‘Taranto vs Comune, scenda in campo Melucci’
Il consigliere di Massimo Giove scrive sul suo sito: ‘Si trovi una risoluzione costruttiva evitando la guerra’
Il Comune di Taranto contro il Taranto calcio e viceversa. Un obbrobrio che non si può sentire. Ho letto la lettera, veemente, di Fabiano Marti contro Massimo Giove. Suvvia ragazzi, alla vigilia di Pasqua tanto livore non è concepibile. Sono amico di entrambi. Non me ne voglia Fabiano, lo apprezzo più per le sue doti artistiche che per quelle di pubblico amministratore. Dimostra nella sua lettera, al cianuro, di non essere molto al dentro delle cose del calcio. Vado anche io con ordine (Fabiano fammi transitare la battuta).
Sul campo B dello Iacovone, per esempio. Non è vero che è stato omologato. Per la serie D, leggi le norme di settore, non lo potrà mai essere. Gare ufficiali, poi, su quel sintetico non se ne possono ancora giocare. Tanto che la vittoriosa Juniores del Taranto, obbligata a chiedere ospitalità altrove, ha giocato le partite casalinghe a Fragagnano, come quella (altrettanto vittoriosa) degli Allievi.
Spogliatoi e tribunetta sono ancora tutti di la da venire. Il campo sussidiario dello Iacovone e’ un cantiere ancora aperto. In attesa di una preannunciata cerimonia di inaugurazione mai avvenuta. Definisce il campo B un gioiellino, Fabiano, ma non lo è ancora e non potrà mai esserlo senza la indispensabile omologazione. Fabiano, in questo caso, per dirla in termini calcistici, si è fatto un autogol clamoroso.
Lo Iacovone è un patrimonio della città. Nonostante che i parterre delle tribune e delle gradinate (gli spalti migliori) sono inagibili dal 2008 e nessuno ha mai pensato a ristrutturarli. Il campo principale, nel periodo estivo, viene concesso in uso, per tornei ed amichevoli, anche alla comunità. Con conseguenze disastrose per quanto concerne il manto erboso. Marti, nella sua lettera, fa riferimento al ripescaggio. Dimentica che i lavori di posa in opera delle sedute (i seggiolini come lui le definisce) e di adeguamento dell’impianto di illuminazione sono stati ultimati ben oltre la data (perentoria per le norme federali) utile per poter usufruire di quella opportunità. A prescindere da qualsiasi altra pregiudiziale. Anche in questo caso Fabiano risulta essere poco informato. Ho letto (ripeto) quello che Marti ha scritto. Ritengo di conoscere anche le intenzioni di Massimo Giove, che non mi risulta siano pacifiche. Sui cinquantamila euro si, cinquantamila euro no (di credito e di debito a seconda delle interpretazioni di parte) invito entrambi a sedersi. A riflettere. A fare un salutare passo indietro per trovare un accordo. Ritengo al proposito indispensabile la mediazione di Rinaldo Melucci. Con altre Amministrazioni è capitato anche a me di scontrarmi sullo stesso argomento. Alla fine, per il bene di quei colori, che appartengono alla comunità, si è sempre trovata un’intesa soddisfacente. Quella “minaccia” di Fabiano Marti sull’ipotesi di non rinnovare al Taranto la convenzione d’uso dello stadio Erasmo Iacovone ha ferito anche me. Se la poteva evitare, da amministratore. Con una decisione di quel tipo (che mi impongo di considerare remota) non si farebbe tanto un dispetto a Giove quanto a tutta la tifoseria rossoblù (in tempi trascorsi, una infelice battuta: “Castellaneta va tocc” segnò, per qualcuno, l’inizio della fine). Usciremo da Covid 19 (mi auguro avvenga quanto prima) totalmente cambiati nel carattere. Come nei rapporti personali. Inevitabilmente anche in quelli finanziari e di impresa. La ripresa sarà lenta e difficile in tutti i settori. Mi limito al “mondo” che più mi appartiene e che conosco meglio (quello del calcio). Dovremo rifondare il sistema di sana pianta. Con una rivisitazione globale della solvibilità, dell’etica e degli investimenti. Dovremo dare, anche nello sport, maggiore rispetto al valore del denaro. Se non saremo in grado di sostenerci l'un l’altro lo schianto sarà inevitabile. La conoscenza del sistema calcio professionalmente acquisita negli anni e le innumerevoli esperienze sportive (splendide ed indimenticabili), che ho vissuto in riva allo Ionio, mi autorizzano ad esprimermi in chiave costruttiva. In altre piazze le civiche amministrazioni aiutano anche finanziariamente la locale squadra di calcio. Non sembra però questo l’argomento chiave. Nell’attuale contendere specifico dico che sarebbe opportuno intervenisse il Sindaco Melucci, con le opportune argomentazioni. Da primo cittadino. Non deleghi suoi subalterni. Convochi Massimo Giove a palazzo ed insieme risolvano al meglio questa incresciosa situazione sul passato (ormai remoto). Gettino anche basi solide per una futura collaborazione reciprocamente positiva. Spengano sul nascere l’assurdità di polemiche sterili. Si eviti la “guerra” dei comunicati stampa. Non gioverebbe a nessuno. Insieme evitino, soprattutto, che lo stadio Iacovone diventi una cattedrale nel deserto. Da validi imprenditori sanno, entrambi, che il ritorno alla normalità, dopo il coronavirus, chiederà dispendio di sudore. Ci vorranno impegno e sacrifici. Nella nostra città, colpevolmente trascurata dalle Istituzioni centrali, ancora di più. E non sarà un risultato facile da raggiungere. (da graffisulpallone.com)