Damaschi: "Per ora non rientro nel calcio. Taranto? Mai dire mai"
“Chiarisco subito: io sono un grande appassionato di calcio, mi piacciono le sfide difficili, ma al momento i miei impegni lavorativi che mi costringono spesso a stare lontano dall'Italia non mi consentono un impegno diretto. E io sono una persona che non delega ad altri la gestione di un club calcistico”.
Taglia subito corto Roberto Damaschi. Il suo nome è da alcuni giorni associato a quello del Taranto F.C. come probabile acquirente del pacchetto di maggioranza. Ma l'imprenditore umbro in esclusiva a Blunote smentisce tutto. Non c'è reale interesse? Impossibilità a tessere un rapporto con l'attuale proprietà? Tentativo di attendere gli eventi per fare una proposta? Staremo a vedere. Intanto registriamo le sua interessante “visione” del calcio. Ed il suo "Mai dire mai"...
Damaschi, voci insistenti dicono che lei ha già iniziato a contattare la società jonica...
“La trattativa non va avanti perché... non è mai iniziata. Non so neanche come si chiami il presidente del Taranto, mi creda. L'unico contatto che ho con Taranto è il buon rapporto di amicizia che mi lega a Luigi Volume, attualmente alla Salernitana. Quindi, smentisco tutto, anche perché non vorrei creare false aspettative nella tifoseria”.
Ma le piacerebbe intraprendere un'avventura in una piazza difficile come quella tarantina?
“Sarebbe una sfida assolutamente interessante. So che Taranto è una piazza esigente, come del resto Perugia, dove ho fatto calcio raggiungendo determinati risultati, ho portato un club che veniva da un fallimento a due promozione consecutive, dalla D alla Seconda Divisione e poi in Prima Divisione, quest'ultima con il record di punti della categoria, 85”.
L'allenatore era un certo Pierluigi Battistini,molto apprezzato anche da queste parti...
“Sì, so che è passato anche da Taranto facendo bene, seppure per un breve periodo. Voi avete avuto anche Pietro Balistreri, che come ha fatto importanti cose a Perugia prima e a Foligno successivamente. Spesso ci sentiamo”.
Che idea si è fatto di ciò che è accaduto quest'anno a Taranto? Ha seguito le vicende rossoblù?
“Ha avuto un andamento sorprendente, con un crollo nella seconda parte della stagione inspiegabile. Non mi piace giudicare il lavoro degli altri, ma sicuramente i risultati non parlano a favore del lavoro svolto dalla dirigenza”.
Quale potrebbe essere stato l'errore più grave?
“Difficile capirlo dall'esterno. Certamente mi è sembrato strano esonerare un allenatore ad inizio stagione, quando le cose andavano bene...”.
Secondo lei al duo Zelatore-Bongiovanni è mancato uno staff tecnico all'altezza della Lega Pro, dopo il ripescaggio estivo?
“Io mi sono sempre affidato a dirigenti di categoria. In ogni campionato ci vuole uno staff tecnico, dal direttore sportivo all'allenatore, preparato per quella categoria. Come anche un organico all'altezza: per fare la Lega Pro, ci vogliono calciatori di Lega Pro”.
Uno degli errori più ricorrenti a Taranto è smantellare l'organico ogni anno, a danno della continuità.
“Spesso gli organici sono conseguenza dei regolamenti previsti per ogni categoria. Io sono dell'avviso che in Italia ci sono troppe limitazioni. Come quella dei 16 senior in organico in Lega Pro. Inoltre, è difficile comprendere la regola dei quattro under in campo in Serie D, si costringe i club a cercare portieri di 17 anni, ma in Italia non ci sono 300 portieri di quella età bravi per la categoria. Stesso discorso per i difensori esterni. Poi, se c'è un 17 enne centrocampista centrale valido di quella età, fatica ad emergere perché il suo ruolo è occupato dai senior. Io sono un imprenditore, scelgo solo chi vale, così deve essere nel calcio”.
La regola dei 16 senior ha costretto Balistreri a restare fuori. Considerato che lo conosce, ritiene che meritava un reinserimento in organico?
“Non entro mai nelle valutazioni tecniche degli altri, che siano miei allenatori o di altri, tanto meno in quelle dei club. Certamente è controproducente pagare un calciatore senza farlo giocare, è come se io prendessi un magazziniere nella mia azienda e lo tenessi a casa pagandolo... Io seguo anche i campionati esteri, tutte queste situazioni non esistono perché ci sono regolamenti più semplici”.
La dirigenza rossoblù nell'ultima uscita pubblica ha detto che avrebbe valutato la possibilità di disimpegnarsi. Cosa può consigliare a chi vuole avvicinarsi a questo club ripartendo dalla serie D, destino ormai scritto?
“Programmare negli anni, affidandosi a persone competenti e preparate e non tralasciare il settore giovanile. Ogni categoria richiede uno staff adeguato. A Perugia abbiamo fatto un miracolo con due promozioni consecutive, ma avevamo gente capace in ogni ruolo. Poi, i risultati dipendono datanti fattori, anche dal girone in cui si viene inseriti: quest'anno la Nocerina sembrava possedere l'organico migliore, ma ha incontrato una Trastevere Roma in grande annata, seppure sia adesso in calo, ed un Bisceglie determinato”.
Cosa vuole dire alla delusa tifoseria rossoblù?
“Taranto è una piazza che ha visto la Serie B, dispiace vederla soffrire in ambiti così lontani. Coraggio, prima o poi la ruota girerà dalla parte giusta”.
Un giorno Taranto e Damaschi si incontreranno?
“Mai dire mai”.