Musica: Napule è, Tony Esposito ‘In memoria di un grande artista come Pino Daniele’
Serata all' insegna di "Napule è" al Teatro Orfeo di Taranto, lo scorso 21 ottobre. Un evento che ha visto protagonisti artisti del calibro di Tony Esposito e Enzo Gragnaniello, con la voce narrante di Giogio Verdelli; supportati dall' Orchestra Magna Grecia, magistralmente diretta dal maestro Renato Serio. Il percussionista Tony Esposito, storico collaboratore di Pino Daniele, a Blunote, ci concede una piacevole intervista prima del concerto:
"Con Pino ci sono stati più di trent' anni di collaborazione, per cui suonare i pezzi del suo repertorio mi è molto familiare. Io, Pino, Tullio De Piscopo e James Senese abbiamo trascorso molti anni insieme, eravamo come fratelli, poi ognuno di noi a scelto di intraprendere la carriera da solista. Alle soglie del 2000, Pino decise di riunire la band: successivamente abbiamo intrapreso una nuova avventura musicale - la nostra amicizia ormai consolidata - maturi e cosapevoli delle nostre capacità - abbiamo girato il mondo".
Il segreto del successo: "Pino era un musicista a tutto tondo, ha sempre amato la musica, aveva un "motto": ci sono persone che vogliono mostrarsi - altre che non sentono il desiderio di mostrarsi tanto, ma essere realmente qualcosa a prescindere. Pino non si mostrava tanto, rifiutava molte interviste in televisione: la cosa più importante per lui era il palcoscenico - scrivere canzoni importanti - che esprimevano la sua sensibilità".
Due napoletani a Roma: "Pino aveva un carattere molto difficile, però estremamente umano: una persona che ha sofferto tanto la sua infanzia - è venuto da una città, che è la mia stessa - per cui conosco quel mondo, conosco quella sofferenza. Aveva anche uno strano amore odio nei confronti di Napoli, infatti, dopo aver fatto il primo disco, si trasferi' subito a Formia. Succesivamente si trasferi' a Roma, dove vivo anch'io. La nostra amicizia è diventata sempre più importante: "Due napoletani a Roma".
Le perle di Pino: "Le canzoni di Pino sono fortissime, c'è tanta malinconia, ma anche tanta dolcezza, che riusciva ad esprimere più di ogni altro artista italiano: il senso del dolore, della solitudine, pur essendo circondato da tanta gente - ed è proprio questo che ha commosso la gente. La sua vera compagnia era la chitarra che portava sempre con sè, ed il suo studio di registrazione".