Sciopero lavoratori Enel Distribuzione: ‘Poca chiarezza su futuro’
‘Come può la multinazionale affrontare la transizione energetica senza investimenti nel lavoro?’
Come può Enel Distribuzione non prepararsi per la grande transizione energetica, senza personale adeguato? Se lo chiedono i lavoratori e i sindacati Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec, che oggi hanno indetto uno sciopero nazionale a cui hanno aderito il 90% della forza lavoro. Non c’è interlocuzione coi sindacati, manca una chiarezza rispetto al futuro della società che, spiega Isidoro Petrini, coordinatore regionale di Filctem Cgil, «non è in crisi, anzi». Sono tre i motivi dello sciopero, spiega Petrini: «Enel Distribuzione invece di assumere nuovo personale e formarlo per affrontare al meglio le sfide del futuro, come il posizionamento della fibra o della rete a supporto delle auto elettriche, subappalta mansioni che storicamente rappresentano il know-how dei lavoratori elettrici, come le manovre di media tensione in cabina». Il secondo motivo riguarda la reperibilità: «Si passa da una reperibilità di una unità a quella di tutta una zona. E questo motivo» conclude Petrini, «è collegato strettamente al terzo: i turni di lavoro non sono più definiti, gli orari sono sfalsati, a dimostrazione che l’azienda ha bisogno di personale. Noi scioperiamo per dare un segnale forte, perché siamo lavoratori consapevoli del proprio ruolo e di quello che sarà il futuro, dove la nostra esperienza può rappresentare un vantaggio competitivo per tutto il Paese. L’abbiamo dimostrato durante la crisi del covid: i lavoratori elettrici hanno garantito continuità e sicurezza per l’approvvigionamento energetico alle strutture di emergenza».
«È come se Enel Distribuzione fosse interessata più alla finanza che alle reti» commenta Giordano Fumarola, segretario provinciale di Filctem Cgil Taranto, «e per questo non ascolta le richieste di assunzione e di confronto coi sindacati. Una multinazionale che aspira a ricoprire un ruolo importante nel mercato dell’energia e delle reti deve valorizzare le proprie maestranze, assumere e formarne di nuove e non subappaltare o esternalizzare. È una questione di sviluppo sostenibile che si incardina anche nella sicurezza ma altresì in relazione alle nuove sfide che la transizione energetica porrà e che un a grande azienda come Enel non può sottovalutare».