Musica: Roman Kim, ‘Io, Paganini, Hendrix e… Skype’

Il grande violinista, protagonista venerdì 5 marzo al teatro Orfeo per la stagione orchestrale ICO-Magna Grecia con ‘Un classico un po’ rock’, parla delle sue preferenze musicali

Cultura, musica e spettacolo
Iv.
04.04.2019 00:52

Paganini nel classico, Hendrix nel rock. Se deve sbilanciarsi, Roman Kim, sfrenato violinista dalle mille risorse, suoni e “stravaganze”, come sottolineò al suo debutto l’autorevole quotidiano Koelner Stadt Anzeiger, tanto vale scomodare due grandi nei rispettivi mondi musicali.

L’artista kazako, uno degli ospiti di punta della stagione promossa dall’Orchestra Magna Grecia, protagonista di “Un classico un po’ rock” in programma venerdì 5 aprile all’Orfeo di Taranto, va dritto al sodo, con un ottimo inglese. «Rispondo alle domande che mi fanno – dice Roman Kim – così per farla breve e non fare nomi di grandi musicisti, ma meno popolari, ricorro ai primi due grandi che mi vengono in mente: adoro Niccolò Paganini, e non lo dico perché in questo momento sono in Italia, ma perché è quanto di più virtuoso e magico abbia espresso un violinista nella musica classica; poi Hendrix: nonostante fossi impegnato fin da piccolo a studiare “musica seria”, per me il grande Jimi è l’artista contemporaneo che più ammiro e al quale, fatte le debite proporzioni, per il suo modo di suonare, contaminare e rivoltare un brano come un guanto, mi sono ispirato: dunque, quando mi chiedono il nome di un musicista classico e uno rock, dico Paganini ed Hendrix. Devo dirla grossa? Allora che sia davvero grossa!».

Prova disagio se lo chiamano “prof”. «Roman è meglio – sorride Kim – c’è tempo per cattedra e insegnamento, adesso faccio quello che ho sempre sognato di fare fin da piccolo, suonare quello che mi incuriosisce e girare tutto il mondo; a proposito di “prof”: devo molto a Viktor Tretyakov, lui si che è un maestro: è lui ad avermi seguito una volta una volta ammesso all’età di sedici anni alla  Musikhochschule di Colonia».

La musica classica e le contaminazioni, considerando il titolo dello spettacolo “Un classico un po’ rock” in programma al teatro Orfeo venerdì 5 aprile. «Classica e rock sono due cose lontane fra loro che provo ad avvicinare, quando è possibile: suonare un genere o l’altro non è la stessa cosa, quando compongo privilegio la scrittura romantica, quando eseguo compio incursioni nel rock, specie se il pubblico invoca il bis».

Potenza dei social e della tecnologia. Kim Roman anticipa un progetto. «Mi sento spesso con un collega messicano mediante Skype, ci confrontiamo; lui è un fantastico musicista rock: stiamo lavorando, scrivendo partiture per un progetto che ci sembra importante». Curiosità. «Non ci siamo ancora incontrati di persona, dovremo farlo prima o poi, il desiderio è quello di una collaborazione concreta e un progetto da portare in giro per il mondo, magari anche in Italia…». 

 

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