Transizione ecologica: Lettera aperta a Michele Emiliano
E’ il tempo del coraggio. E’ il tempo di andare oltre il significante e dare sostanza al significato. Non basta, infatti, cambiare il nome di un Ministero, da quello intitolato all’Ambiente a quello ora ribattezzato per la Transizione Ecologica. Per accelerare davvero questo processo, per cui mi rivolgo accoratamente al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, servono progettualità e sostegno economico adeguato alle infrastrutture. Lo scrivo da imprenditore della mobilità sostenibile, con un’azienda pugliese che da 50 anni si occupa di questo e che purtroppo registra la dicotomia tra alcuni titoli altisonanti di oggi e le clamorose bugie travestite da “regalo per il pianeta”. L’Europa produce l’8% delle emissioni mondiali di C02. Alcune di queste hanno sede a Taranto, nella nostra regione, ma restano comunque, la minima parte delle emissioni del pianeta che continua ad estrarre materie prime, ad utilizzarle in maniera spesso indiscriminata, oppure a produrre idrogeno facendo bruciare ancora le centrali a carbone. È un inganno che va risolto con franchezza, dicendoci che non è semplice, ma anche che non si risolve tutto dando ad esempio solo incentivi per comprare un motore elettrico, che caso mai non si saprà come e dove ricaricare, o dotato di batterie ancora più inquinanti. Mi rivolgo al presidente Emiliano perché da qui, dalla Puglia, vorrei cominciare, provando a mandare un messaggio al Ministro Cingolani, al premier Draghi, in una fase in cui anche il bivio diventa pericoloso, quasi come scegliere fra diritto al lavoro o quello alla salute, che noi pugliesi conosciamo bene già prima della pandemia. Abbiamo dunque progetti ambiziosi ma gambe piccole per perseguirli, schiacciati come siamo dalla sindrome Nimto (not in my terms of office, non nel mio mandato di governo – ndr), e dalla tentazione di scambiare la “transizione” come una buona campagna elettorale o una stagione di bonus economici. Così facciamoci davvero un regalo per l’anno nuovo e diamoci un impegno, cominciando da quello su cui noi possiamo agire. Trasformiamo, ad esempio, il dibattito sul green e la sostenibilità ecologica, ambientale e sociale in qualcosa di concreto e non in una semplice moda; costruiamo la prima rete infrastrutturale, che dia lavoro e benefici green, e che consenta ad esempio di navigare o viaggiare ecologico, sosteniamo un grande processo di elettrificazione della nostra terra e mostriamo da qui, dalla terra della biodiversità, come si fa. Apriamo la discussione alle imprese del settore, alle start up innovative. Facciamo della Puglia la terra dove “green” non sia solo un colore. Attendo fiducioso un segnale da parte del Governatore della Puglia! (Massimo Labruna, CEO Labruna)