Formula 1: Giovinazzi, "Ho fatto sacrifici, merito un posto in F.1"
Quale sarà il destino di Antonio Giovinazzi in F1? Se lo chiedono in tanti. Dal suo esordio inatteso di Melbourne, sulla Sauber, sostituendo Pascal Wehrlein, passando per la prima volta sulla Ferrari SF70H nei test in Bahrain ed arrivando nell’abitacolo del Team Haas, il marinese ha accumulato esperienza su diversi sedili ma, in vista del 2018, ne vorrebbe uno fisso. Parlando del terzo pilota della Rossa, il presidente di Maranello Sergio Marchionne sarebbe interessato a lanciarlo nel Circus sulla citata Sauber nel 2018 insieme all’altro pupillo del Cavallino Rampante, il francese Charles Leclerc, vincitore del Mondiale 2017 di F2.
“Questa stagione mi ha portato molto più di quanto mi aspettassi – ha sottolineato Giovinazzi, intervistato dalla Gazzetta dello Sport – Ho corso in Australia e poi in Cina con la Sauber, sto disputando le prove libere con la Haas ed ho provato la Ferrari nei rookie test. Tre macchine, tre team e piloti diversi con cui mi sono confrontato, un bagaglio di esperienza non indifferente. Senza contare il lavoro al simulatore con gli ingegneri di Maranello.Esco dal 2017 strapieno di informazioni. Non nascondo che dopo un anno fantastico in GP2 (2° posto nel Mondiale) mi sentivo già pronto per correre una stagione completa in F1. Però è andata bene anche così. Mi sento molto più preparato di quanto non fossi lo scorso inverno“.
Riguardo il suo esordio in Australia, non previsto, il pilota italiano ha ammesso: “A Melbourne ho vissuto un gran momento mentre giudico la Cina il peggior weekend della mia carriera da pilota. Mi è capitato proprio sul palcoscenico più importante quando avevo tutta la pressione mediatica addosso, però le critiche mi sono servite tantissimo. Ho capito che bisogna tenere sempre i piedi per terra. Non voglio dire che mi ero un po’ montato la testa. Ma forse in Cina mi ero prefissato degli obiettivi più grandi di quelli che potessi raggiungere in quel momento. Invece bisogna avere coscienza dei propri limiti e sapere che ogni cosa arriva a suo tempo. Se fossi rimasto più calmo e non mi fossi caricato di aspettative eccessive dopo l’Australia forse sarebbe andata diversamente“.
Sul passaggio dalla GP2 (attuale F2) Giovinazzi ha chiarito: “Passare dalla GP2 a queste macchine, che si sono dimostrate le più veloci della storia, è stato un bel salto.L’aderenza e la frenata sono impressionanti. Il simulatore mi ha aiutato a trovare il feeling coi vari assetti da imparare a gestire i comandi al volante, che sono infinitamente di più di una monoposto delle altre categorie. Però, alla fine, quando sono nell’abitacolo mi rilasso e mi viene tutto più facile, perchè è il mio mestiere. Semmai è difficile gestire tutto quello che gira intorno alle corse…”
E poi una considerazione sul motivo per cui merita un posto in F1: “Sono come tanti altri, ho fatto tanti sacrifici per arrivare a questo livello. La F1 non è il calcio, dove si può trovare sbocco in molte squadre, qui ci sono 20 posti al mondo. Però io ci ho sempre creduto ed il fatto che piloti come Vettel ed Hamilton hanno raggiunto certi livelli partendo da zero mi conforta. Posso dire che ancora sto vivendo un sogno. Ho sempre avuto il pallino della Ferrari e quando ho firmato per il Cavallino non potevo crederci: sono un privilegiato. A Maranello mi sento a casa”.
(fonte: OA Sport)