Informazione a Taranto, emergenza occupazione

CRONACA
13.09.2017 16:21

Un’assemblea pubblica nella quale come CGIL, SLC CGIL ed Assostampa abbiamo deciso di dare un “microfono aperto” ai lavoratori del settore dell’informazione, dai giornalisti ai tecnici, per portare sotto i riflettori i problemi di chi, quotidianamente, li accende per dare risalto alle problematiche degli altri raccontando vertenze, storie e fatti, ma che mai riesce a parlare di sè.
In primo piano ci sono state le storie di alcune figure emblematiche del settore: giornalisti precari, uffici stampa, giornalismo sul web, fotografi e tecnici.
Una serata importante, per ribadire ancora una volta che quello dell’informazione non è un hobby ma un mestiere fondamentale e necessario a far circolare idee e informazioni e sviluppare una coscienza critica persino in una città martoriata come il capoluogo jonico.
La crisi economica ha travolto ormai anche gli operatori dell’informazione: giornali, tv locali e radio sono in gravissima difficoltà. Sfruttamento, assenza di diritti, precariato, cassaintegrazione, contratti di solidarietà, contributi irrisori, stipendi non pagati, sudditanza verso un certo modo di fare politica, sono ormai all’ordine del giorno.
C’è tanto da fare, affinché nell’era del web l’idea di una stampa libera non rimanga che un’illusione, dato che, come ribadito ieri, la circolazione di notizie “vere e verificabili” consente lo sviluppo critico e culturale della società (e Taranto ne ha davvero bisogno) che, alla luce di quanto avvenuto negli ultimi anni, ha bisogno essenziale di recuperare una sua identità attraverso la corretta informazione ed affermazione reale di fatti ed accadimenti.
E la spia di un momento così delicato è data dai recenti episodi gravissimi di minacce accaduti ad Alessandra Macchitella o il divieto di accesso allo stadio per Gianni Sebastio e Ninni Cannella. Ferma è stata la condanna dei partecipanti ed organizzatori dell’assemblea: parlare con la stampa e permettere ai media di lavorare correttamente è il fondamento di una società democratica, specie in un contesto così complesso come quello di Taranto.

I numeri impietosi sul livello occupazionale, inoltre, sottolineano come effettivamente sia necessario porre da un lato un freno alla continua emorragia di posti di lavoro e, parallelamente, dall’altro dare stabilità: essere pagati a pezzo vuol dire scrivere necessariamente qualcosa gradita all’editore e limita la libertà di opinione e di racconto dei fatti di chi vive di quel misero compenso e vorrebbe avere una maggiore stabilità di vita.
Tanti sono stati gli spunti: un riordino del sistema professionale, la questione dei contributi, la proposta di un protocollo di intesa con la Pubblica Amministrazione, un rapporto chiaro e franco con tutti i soggetti, compresi le istituzioni.
Come SLC CGIL ed Assostampa abbiamo deciso di aprire, sulla base delle richieste ed idee avanzate ieri dai lavoratori, una “vertenza” sul mondo dell’informazione:
inevitabilmente il confronto ora passerà con le “aziende” del settore perché, come detto nell’assemblea di ieri sera, anche quella dell’editoria deve essere una classe imprenditoriale seria e non più improvvisata visto il ruolo delicato e pubblico che l’informazione gioca.
Il primo passo è fatto e prossimamente apriremo al confronto precedentemente detto: è una responsabilità di tutti e come SLC, CGIL ed Assostampa non abbiamo intenzione di venirne meno.

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