Buon 2017 agli atleti tarantini top, i nostri... delfini erranti

ALTRI SPORT
Antonio Bargelloni
03.01.2017 16:37

Cervelli e... muscoli in fuga. Buon 2017, sportivi di Taranto e provincia.  Soprattutto agli atleti top che, per bravura o necessità, sono costretti a praticare le proprie discipline lontano dalle  città e portano fieri le loro origini.
Molti di essi sono “emigranti" per forza: Roberta Vinci, ad esempio, andò via da Taranto appena dodicenne, insieme alla allora 13enne brindisina Flavia Pennetta, per crescere alla scuola federale Fit di Roma, e sappiamo quanto utile e decisiva per la loro splendida carriera sia stata la prematura partenza dall’amata Puglia. Restando al tennis, lo stesso sangiorgese Thomas Fabbiano cerca di mantenersi competitivo affidandosi, per gli allenamenti, alla sapiente guida di Fabio Gorietti nella Tennis Academy di Foligno.
Antonio Giovinazzi, il pilota italiano del momento, lasciò giovanissimo la sua Martina Franca per approdare, ancora 13enne, al Top Kart Comer di Reggio Emilia per iniziare la sua scalata nel mondo delle quattro ruote iniziando dai titoli nazionali di karting e proseguendo con i successi in Formula Cina, fino al 2° posto in GP2 dello scorso anno che gli ha aperto le porte alla Ferrari.
La lista di atleti top comprende altri nostri conterranei di grande spessore che, seppure in discipline meno note e ricche, nobilitano il nome della loro città in ogni angolo del pianeta. I nostri…  “delfini erranti”.
Nell’atletica, spiccano la veterana di Crispiano Rosalba Console, da anni residente a Jesi, dove ancora oggi, 37enne, prepara le sue imprese in ogni distanza del mezzofondo; la giovane promessa di Mottola Antonella Palmisano, che scelse Roma e il centro sportivo delle Fiamme Gialle per affinare il suo talento nella marcia esploso ai Mondiali di Pechino 2015 e alle Olimpiadi di Rio 2016, nonché le ultime  “emigranti” in ordine di tempo, Noemi Stella, la grottagliese entrata a 19 anni nel gruppo sportivo dei Carabinieri di stanza a Roma per proseguire i successi internazionali giovanili sulla scia della stessa Palmisano, sua ex compagna della Don Milani Mottola, e Francesca Semeraro, astista 19enne che pochi mesi fa ha lasciato la sua Taranto (ma non il tesseramento con l'Alteratletica Locorotondo) per approdare a Varese sperando di poter coniugare, nella città lombarda, sport a grandi livelli e studi universitari (gareggiando anche per il Cus Insubria ai Campionati universitari).
È approdata nel 2016 a Roma, nel centro sportivo dell’Esercito, Silvia Semeraro da Faggiano, speranza azzurra del karate che a 21 anni cerca di costruire il sogno olimpico di Tokyo 2020, l'edizione che segnerà l'ingresso della disciplina orientale nell'evento a cinque cerchi.
L'elenco si allunga se si prende in esame il variegato panorama degli sport di squadra, tra i quali non è facile per gli organi di informazione locale seguire le carriere dei singoli, una volta lasciata la città di origine,  soprattutto quando varcano i confini nazionali e magari approdano… oltre oceano. L’esempio più eclatante è quello di Pierfrancesco Oliva, migliore cestista italiano dell’annata  1996, titolo che si è “costruito”, dopo aver lasciato Taranto  a 12 anni,  alla cantera della Virtus Siena, per poi decidere di intraprendere la strada americana per l'ultimo anno di High School a Bergen, da dove ha successivamente spiccato il volo per la NCAA entrando a giocare nel College di Saint Joseph. Ma ce ne sono tanti altri: restando al basket, Roberta Di Gregorio è l'ultimo prodotto del Cras che ancora fa la differenza in A2 a Verona. Nel rugby, sono made in Taranto Francesco Russo e Antonio Careri, che dopo essere passato dall'Academy interregionale Fir di Benevento, giocano in pianta stabile in Serie A, rispettivamente all'Aquila e a Colorno (Parma). Nel basket in carrozzina, Domenico Miceli, uno dei reduci del Dream Team Taranto delle meraviglie, gioca da anni in Serie A e fa parte della nazionale.
Emigranti per bravura, ma   anche per necessità, si diceva. Perché a Taranto e provincia, ma soprattutto nel capoluogo, fare sport ad altissimi livelli è quasi impossibile. Per una questione “geografica", perché le eccellenze si costruiscono o si affinano altrove, per la mancanza  di facoltà universitarie importanti (il sogno di un Centro Universitario Sportivo a  Taranto resta ancora tale….), perché mancano (o sono scomparsi) i club di élite negli sport di squadra, perché l'attenzione nei confronti dello sport da parte degli imprenditori (da semplici sponsor o da dirigenti)  e della politica resta minima, come ha ricordato nelle scorse ore il Coni provinciale nel suo bilancio annuale, evidenziando quanto poco sia stato ancora fatto in questione di impiantistica.
Gli esempi positivi di club d'elite che provano a tenersi gli atleti “indigeni” sono ancora pochi: il Real Statte svetta nel futsal in rosa contando sull'appoggio, guarda caso, di un’importante azienda, il Cus Jonico Basket mantiene la B con pochi sponsor e vedendo partire i migliori ragazzi per le città universitarie, altrettanto fanno i Boys Taranto nel basket in carrozzina con tutte le difficoltà del caso, il Ctt Taranto che nel tennistavolo fa la B1 tenendo i suoi gioiellini, la Quero-Chiloiro sforna talenti nella boxe e resta tra le prime società in Italia con il sacrificio di pochissimi dirigenti, altrettanto fanno, a nostra memoria, la Polisportiva Città2Mari nel badminton, il C.S. Taekwondo Massafra, il Circolo Scherma Taranto e ancora tante altre realtà di sport individuali. E scusate se non li citiamo tutti.
Questo vuoto di considerazione dello sport da parte di chi potrebbe sostenerlo colpisce soprattutto lo sport di base, senza escludere lo stesso calcio. E, di riflesso,  quello di élite, perché solo da un'ampia base possono fiorire i talenti.
A coloro che praticano sport  e che “vedono" l'occasione per fare carriera un solo augurio, in questo 2017, è auspicabile in fine dei conti: cerchino quanto prima  altre realtà, in altre zone d'Italia, che siano terreno fertile per sviluppare il proprio talento. Come hanno fatto Roby Vinci e soci, i “delfini erranti” dello sport.

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