TARANTO: C'erano una volta... Maurizio Caccavale

TARANTO
Vincenzo Corallo
17.07.2016 10:46

Siamo nella stagione 2005-2006 quando il Taranto di Luigi Blasi fresco vincitore dei Play Out a scapito del Ragusa, si assicura le prestazioni del forte difensore Maurizio Caccavale. Nella sua esperienza nel club ionico, l'esperto difensore campano collezionerà 56 presenze e 1 gol. Nella prima stagione con la maglia rosso blù, il kaiser (così soprannominato dal nostro direttore Dante Sebastio) è uno dei protagonisti dello squadrone che tenterà l'assalto alla C1, terza serie poi raggiunta alla lotteria dei Play Off dopo un finale di stagione al cardiopalma. Il secondo anno in riva allo ionio, avrà un sapore agrodolce, il Taranto dovette inchinarsi all'Avellino perdendo la semifinale Play Off e incassando a tempo scaduto il famoso gol di Moretti. 
- Se ti chiedo di ricordare la tua esperienza a Taranto, quali ricordi affiorano nella mente di Mauruzio Caccavale? Raccontaci inoltre la partita più emozionante vissuta allo Iacovone, e il tuo rapporto con i magnifici supporters rosso blù.
"Approdai a Taranto grazie al direttore Luca Evangelisti e Gianni Prete allora mio procuratore. Furono proprio loro che mi invogliarono a sposare il progetto, descrivendomi la piazza di Taranto come una delle più calde e passionali del sud. Ricordo che venivo da un esperienza calcistica al nord totalmente diversa, e non ero convinto di scendere di categoria e di giocare in C2. Dopo aver capito i programmi della società che mi trasmise tanto entusiasmo, non ci pensai due volte e mi gettai a capofitto su questa nuova avventura, che poi si è rivelò una delle più importanti nella mia carriera da calciatore. A parte la promozione in C1,la partita più emozionante vissuta con la maglia rosso blù, è stata senza dubbio quella con la Salernitana. Ricordo che realizzai il gol partita che arrivò allo scadere, scatenando l’entusiasmo di tutto il popolo rosso blù che iniziò ad inneggiare il mio nome. Sensazioni uniche e rare che solo i tifosi rosso blù mi hanno saputo trasmettere in tanti anni di carriera".

- La gente ti ricorda come un gladiatore, caratteristica principale per entrare nelle grazie dei tifosi del Taranto. Quando si ha la fortuna di giocare in piazze caldissime come quella di Taranto, quanto è importante il carisma per un calciatore?
"E’ vero, la gente solitamente apprezza l’impegno e l’attaccamento alla maglia di un calciatore, il carisma poi, era una componente importante del mio carattere. Quando giochi in piazze caldissime dove la gente fa di tutto per gratificarti come calciatore, è un dovere uscire dal campo con la maglia sudata. Essere un giocatore carismatico comporta anche spronare e dare esempio ai più giovani, che magari patiscono più di chiunque altro la pressione che una piazza passionale come quella tarantina può trasmettere".

- Facendo una panoramica di quella che è la situazione del calcio italiano, come ti spieghi che anno dopo anno società che hanno fatto la storia del calcio italiano continuano a sparire dal panorama calcistico?
"Il mondo del calcio è inevitabilmente malato, la crisi ha colpito tantissime società che anno dopo anno continuano a scomparire. Ci sono ormai pochissimi presidenti vecchio stampo, con i quali una stretta di mano valeva più di qualsiasi altra cosa. Non c’è più programmazione e le società vengono gestite in maniera sciagurata".

- Taranto e la serie D, un connubio che purtroppo va avanti da quasi 5 anni. Nella stagione appena conclusa il Taranto si è classificato secondo alle spalle della Virtus Francavilla. La gente stanca della serie D, chiede a gran voce il ripescaggio in Lega Pro, e la società pare abbia intenzione di accontentare la piazza. Dall'alto della tua esperienza, come si dovrebbe impostare un eventuale stagione in Lega Pro considerando che la stessa società si accollerà i 250 mila euro di fondo perduto? tassa obbligatoria richiesta dalla federazione per presentare domanda di ripescaggio.
"Non ho seguito da vicino le vicende della squadra negli ultimi anni. Spero che la società presenti domanda di ripescaggio, perché la piazza di Taranto merita palcoscenici molto più importanti. Secondo me occorre un direttore sportivo importante, capace di formare una squadra che sia un giusto mix tra gente esperta e giovani di valore. Luca Evangelisti ad esempio potrebbe fare al caso del Taranto, conosce benissimo la piazza ed ha già vinto un campionato in riva allo Ionio. E’ vero i 250 mila euro di fondo perduto sono una cifra importante da sborsare, ma la piazza di Taranto ha il dovere di tirarsi fuori dall’inferno dei dilettanti".

- Aldo Papagni è l'attuale allenatore del Taranto, avendolo avuto come guida tecnica per quasi due stagioni, ritieni che sia l'uomo giusto per risollevare le sorti del club ionico? 
"Se la società ha ritenuto opportuno scegliere un uomo esperto e navigato come mister Papagni, credo che abbia fatto la scelta più giusta. La squadra che ottenne la promozione in C1, era una super squadra composta da seri professionisti con fame di vittoria, quindi di conseguenza facilmente gestibile".

- Di cosa si occupa attualmente Maurizio Caccavale? sei ancora nel mondo del calcio? grazie mille per la tua disponibilità e come di consuetudine ti chiedo di fare un saluto ai lettori di Blunote.
"Attualmente faccio l’osservatore per alcune società di A e B. Ho il patentino da allenatore e ho fatto già qualche piccola esperienza. Non ti nego che la carriera da allenatore è il mio sogno più grande, spero di concretizzare al più presto questo importante progetto di vita. Mando un grosso saluto a tutte le persone che ho conosciuto a Taranto e saluto i tifosi rosso blù, assidui lettori di Blunote".

 

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