Ex Ilva: Messaggio della Commissione diocesana per la Custodia del creato
La Commissione diocesana per la custodia del Creato, composta da laici, sacerdoti, religiose e religiosi, interpellata dal mondo associativo jonico per prendere parte al confronto sul decreto n. 2 del 5 gennaio scorso “Misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale”, non si sottrae all’invito, avendo anche partecipato con una propria delegazione alla prima riunione del coordinamento in qualità di osservatrice.
In merito al documento che le associazioni hanno stilato, pubblicato anche sui social per darne massima diffusione, e consegnato al prefetto di Taranto il 17 gennaio, la Commissione non può che condividere molte delle preoccupazioni espresse e in particolare quella riguardo al primato della vita, diritto indisponibile anche sul piano giuridico, rispetto a ogni altro diritto sebbene costituzionalmente garantito. Altrettanto grande è la preoccupazione per la tutela della salute che costituisce il presupposto indispensabile dello stesso diritto alla vita.
Parimenti condivisibile è la volontà di assicurare un lavoro degno che non costringa ancora una volta alla terribile e intollerabile scelta tra il diritto alla vita e il diritto al lavoro. Condivisibile, inoltre, la contrarietà alla conversione green dell’ex Ilva in tempi eccessivamente lunghi perché si continuerebbe a esporre chissà per quanti anni ancora la popolazione a un inaccettabile rischio sanitario. E in particolare i bambini che per le loro caratteristiche sono i soggetti maggiormente esposti, già prima della nascita.
Nel documento redatto dal Coordinamento delle associazioni si fa poi riferimento a questioni di natura tecnica e si indicano possibili soluzioni, ma su questo la Commissione, stando al magistero della Dottrina Sociale della Chiesa, non ha titolo per pronunciarsi, essendo in campo altri soggetti istituzionali e non che ne hanno le competenze. Infatti, «la Chiesa non ha modelli da proporre. I modelli reali e veramente efficaci possono solo nascere nel quadro delle diverse situazioni storiche, grazie allo sforzo di tutti i responsabili che affrontino i problemi concreti in tutti i loro aspetti sociali, economici, politici e culturali che si intrecciano tra loro. A tale impegno la Chiesa offre, come indispensabile orientamento ideale, la propria Dottrina Sociale» (CA 43).
Anche il mondo politico e quello economico sono impegnati in questi giorni in un acceso confronto sullo stesso tema. Prevalga il dialogo, si costruiscano ponti e non muri. L’appello che rivolgiamo a tutti è di essere all’altezza della sfida che riguarda il futuro dei nostri bambini. Riprendendo le parole dell’ultimo messaggio del nostro arcivescovo, monsignor Filippo Santoro, chiediamo che: «il sacrificio della nostra terra e dei suoi abitanti diventi davvero e finalmente occasione propizia per una nuova umanità, capace di vivere fino in fondo la responsabilità di ciò che le è affidato, senza ricorrere a ciniche e ingiustificabili scorciatoie». (Comunicato stampa)