Taranto: ‘Red 3.0’, a Palazzo di Città la giornata conclusiva
«Servizi sociali, scuole, università, cooperative, associazioni, parrocchie: tutti hanno lavorato al progetto e desidero ringraziare tutte queste realtà a nome dell’amministrazione». Sono le parole pronunciate da Gabriella Ficocelli, assessore ai Servizi Sociali e Integrazione del Comune di Taranto, in occasione della giornata conclusiva della seconda edizione di “Red 3.0”, il reddito di dignità pugliese.
L’evento si è tenuto nei giorni scorsi nel Salone degli Specchi di Palazzo di Città e ha raccolto un’ampia partecipazione, con le testimonianze degli enti ospitanti e dei beneficiari che hanno lavorato per la collettività a fronte di un contributo economico. Tra essi anche donne vittime di violenza. Inoltre, dopo il tirocinio, alcuni beneficiari sono stati assunti con regolare contratto di lavoro, segno che la strategia adottata ha prodotto risultati concreti.
Presenti all’evento anche Rosa Barone, assessore al Welfare della Regione Puglia, e Valentina Romano, direttrice del dipartimento regionale del Welfare. Il Red è infatti una misura promossa grazie ai fondi della Regione Puglia e attuata dall’ambito del Comune di Taranto, all’interno di una strategia di contrasto alla povertà, all’emarginazione sociale e al disagio socio-economico, con l’obiettivo di promuovere l’inclusione attiva dei cittadini in stato di svantaggio.
A entrare nel merito dei dati sono stati la dirigente del Comune di Taranto Antonia Fornari, l’assistente sociale e “case manager” Rosita Cecere, la professoressa Marinella Sibilla e il dirigente scolastico Salvatore Marzo. Il Comune di Taranto, a partire dal 2020, ha istruito 574 domande nell’ambito della seconda edizione della misura “Red 3.0”, 151 invece i richiedenti che hanno usufruito del beneficio partecipando attivamente a percorsi di tirocinio e patti individuali di comunità negli enti, nelle cooperative e nelle associazioni che hanno aderito all’iniziativa. 89 i patti individuali di comunità e 62 i percorsi di tirocinio. I beneficiari si sono impegnati per 62 ore mensili, per un anno, a fronte di un contributo di 500 euro mensili.
«Questa è un’occasione importante non solo per noi, ma per tutta la cittadinanza tarantina – ha concluso Grazia Masserio, responsabile unico del procedimento – questa iniziativa è frutto di tante ore di collaborazione e di condivisione. A chi non aveva voce abbiamo ridato il senso di appartenenza alla collettività. Tutto ciò è stato possibile grazie alla tenacia e alla caparbietà di un gruppo di lavoro che non ha mai smesso di crederci, anche nel corso della pandemia. L’unione fa la forza è stato il nostro motto».