TARANTO: Campilongo, "Sono contento per i ragazzi"

TARANTO
Vito Galasso
06.01.2016 18:52

Il lavoro paga. Sempre. Il Taranto rientra in campionato con una vittoria decisa, frutto non di una fatica personale, ma dall'armonia di un gruppo che pian piano sta maturando. Salvatore Campilongo ne riconosce i meriti. “Sono contento per i ragazzi – ammette in apertura di eloquio -. Hanno interpretato la gara come volevo io, specie nei primi 25 minuti, allorquando abbiamo avuto almeno quattro occasioni per segnare. Mi è piaciuto persino lo spirito degli attaccanti in quanto si sono sacrificati, chiudendo gli spazi. Ho chiesto a Siclari e Yaboah di coprire di più in modo da colpire in ampiezza e in profondità in contropiede. Nella fattispecie, nella ripresa ho invertito i ruoli perché Giuseppe non è ancora al top della condizione e gli avversari spingevano di più sulla destra”.

La vittoria non è mai stata in discussione. “Nel primo tempo abbiamo fatto molto – ammette Campilongo - , creando diverse palle gol, nella ripresa siamo un po' calati, tuttavia ho conteggiato il palo di De Giorgi e un paio di opportunità nitide. Il Manfredonia non ha mai tirato in porta. Inoltre, il campo era pesante, venivamo da 20 giorni senza giocare e a un certo punto ho pensato che fosse meglio gestire il risultato. Se fosse per me, giocherei sempre, senza soste natalizie. A differenza degli altri allenatori, ho preferito una gestione diversa, lavorando soprattutto sulla qualità e non sulle distanze lunghe poiché ci permette di crescere”.

Le novità danno maggiore sicurezza alla squadra. “Ci mancava un giocatore alla Siclari, abile ad attaccare la profondità – spiega il tecnico -. Abbiamo operato soprattutto sulla testa e dobbiamo lavorare meglio sul fraseggio perché in questo campionato ci sono squadre che si chiudono facilmente e devi essere bravo a trovare subito le giuste verticalizzazioni. Voltasio? Ha fatto una buonissima partita, l'ho tolto, al pari di Genchi, poiché era stato ammonito e non volevo terminare la gara in dieci. E' ancora un po' monco: da un interno mi aspetto che si sappia smarcare, costruisca e si butti dentro l'azione, Probabilmente, oggi, se avessimo avuto due interni più coraggiosi avremmo vinto con più largo margine. Nosa? Deve crescere anche lui, è un po' acerbo. Nella seconda frazione l'ho invertito con De Giorgi perché stava subendo troppo la pressione degli avversari. Ciarcià? Ha toccato molti palloni, il suo ruolo è fondamentale nel nostro gioco”.

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