Il Taranto va, ora Giove scacci i due fantasmi del passato

L’analisi di Vittorio Galigani

TARANTO
06.11.2017 14:25

Il Taranto targato Michele Cazzarò allunga la striscia positiva. Secco il tre a zero rifilato alla Frattese. Non che l’avversario di turno fosse trascendentale, ma ogni partita nasconde difficoltà tra le sue pieghe e comunque va sempre giocata. Anche se bisogna evidenziare che la formazione campana (giovanissima) non si è mai proposta oltre la propria metà campo. L’unica occasione monumentale, fallita dagli ospiti, nasce da una grande ingenuità difensiva di Miale. Il secondo tempo, poi, ha fatto registrare un monologo dei rossoblu. Sbloccato il risulto alla ripresa delle ostilità tutto è stato più semplice. Nella media dei valori di giornata perdura il periodo di difficoltà accusato da Aleksic. Resta da capire se si tratta di una questione fisica o di ambientamento. Se non di entrambe. Sulla squadra, in generale, potrebbero aver pesato le tossine accumulate nell’impegnativo turno infrasettimanale di Gravina. Un esempio anche Cristiano Ancora con una prestazione inferiore rispetto a quelle delle ultime settimane. Patiscono, dinanzi al nulla degli avversari, i due giovani esterni di difesa. Galdean pennella una “foglia morta” all’incrocio dei pali. Diakitè si fa apprezzare per una scorribanda e si guadagna il rigore poi trasformato da Pera. Pera appunto, sta pian piano riacquistando la fiducia dei tifosi. La voglia di “salire” a salutare i pochi presenti in curva ne è la testimonianza. I suoi gol, ripresa la confidenza con la porta avversaria, potrebbero essere di enorme aiuto in proiezione futura. Ove fosse rientrato quel suo desiderio di cambiare aria a dicembre.

GIRONE MEDIOCRE Il campionato (mediocre), giunto a un terzo del suo percorso, ha evidenziato la pochezza di contenuti tecnici e finanziari in molte compagini. Sempre più sovente si ricorre all’utilizzo di giovani “acerbi” per la categoria. Le poche risorse economiche, a disposizione di diversi club, hanno spaccato in due la classifica. L’inadeguatezza dello stadio di Manfredonia ha sollevato la perplessità generale. Meglio sorvolare sul filmato di quel presidente ripreso a dirigere gli allenamenti della propria squadra. Il Potenza sta facendo corsa isolata. Interessante il duello tra le inseguitrici (sino al Taranto). Dietro c’è il nulla. Per valori tecnici e investimenti. Tra le prime sei della classe e tutte le altre squadre non esiste competizione. 

SERIE D DA RIFORMARE Emerge in tutta la sua evidenza la necessità di giungere quanto prima alla riforma dei campionati. Per restituire equilibrio alla competizione. L’istituzione di quella categoria di “elìte” a fare da cuscinetto tra la serie D ed i campionati professionistici. Alla luce di quanto si sta verificando nel presente, il progetto dell’Alto Tavoliere San Severo o del Manfredonia mai potrà competere con la tradizione e le ambizioni di piazze come Potenza, Cava e Taranto. La valanga di gol messi a segno nell’ultimo turno di campionato ne sono la conferma.

I DUE FANTASMI La lotta per il primato dicevamo. Saranno determinanti gli scontri diretti. Parlare oggi di vittoria del campionato è prematuro. Illogico. Il Taranto è in rimonta. Le sei partite che mancano alla fine del girone di andata potranno essere significative. Per dare credito alle ambizioni della squadra allenata da Cazzarò. Per avere la conferma sulla bontà del progetto societario. Massimo Giove per ora rimane una incognita. Per ora la sua credibilità vacilla. Azzardato puntare tutto sugli incassi delle gare casalinghe. Ci aveva provato, negativamente, anche il fantastico duo. Entro il prossimo 31 dicembre Giove dovrà dimostrare di aver assolto agli obblighi assunti nei confronti di Z&B (la sostituzione di quelle garanzie rappresenta un passo sostanziale). Come di aver onorato quelli nei confronti della squadra (stipendi). Con chiarezza e trasparenza dovrà anche illustrare, pubblicamente, il piano industriale con il quale intende rilanciare i colori rossoblu. Lo desiderano i tifosi. Lo deve alla città. Il 7 novembre è stata convocata una assemblea ordinaria. All’ordine del giorno le dimissioni del Cda e la nomina dei nuovi amministratori. Il cambio della sede legale. In aggiunta tante altre amenità che alimentano dubbi sulle recenti gestioni. Siamo proprio certi che si terrà regolarmente?

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