Taranto: ‘Ugo de Carolis: uomo ed eroe’, giovedì 23 al TaTÀ
Un comando provinciale dei carabinieri, una via ed una scuola ne ricordano l’esistenza e il suo valore ma a Taranto, chi ci abita e la vive quotidianamente, sembra non farci caso. Giovedì 23 dicembre, alle ore 17 all’auditorium TaTÀ di Taranto, in via Deledda ai Tamburi, comunicazione di fine laboratorio teatrale “Ugo de Carolis: uomo ed eroe”, coordinato da Giovanni Guarino, affiancato dalle animatrici del Crest Nicoletta D'Ignazio e Sara Frascella, con gli alunni della 4A del plesso Deledda, nell’ambito del PON dell'Istituto Comprensivo Vico-De Carolis di Taranto. Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria al numero 366.3473430 (anche whatsapp) in orario d’ufficio. Nel rispetto della normativa vigente, per accedere all’area dell’evento è necessario il green pass rafforzato, non richiesto ai minori di 12 anni. Chi era Ugo de Carolis? Qual è la sua storia? A questa domanda nove tarantini su dieci non sannorispondere. Alcuni ricordano solo che era un carabiniere. Eppure a Taranto a lui sono dedicate la caserma del comando provinciale dei carabinieri, una via ed una scuola. E non a caso, perché Ugo de Carolis ha avuto un legame molto stretto con la città. Sua moglie, sposata il 3 luglio 1937 nel cappellone di san Cataldo, era tarantina: Rosa Marturano, figlia di Nicola Marturano (cugino del poeta Diego Marturano), nonché grande commercialista e direttore di banca. Sua madre, Aure Messina, era figlia del generale Messina, che aveva progettato e diretto i lavori per la costruzione del ponte girevole e dell'arsenale militare. Due dei suoi figli, Nicoletta ed Enrico, hanno quasi sempre vissuto a Taranto. Nato a Caivano (Napoli) il 18 marzo 1899, Ugo de Carolis a 18 anni entra nella Scuola Militare di Caserta. Sotto il comando del Generale Diaz, prende parte alla battaglia di Lasson (Piave) come sottotenente degli “Arditi” nel XII Reparto d’assalto, meritando una medaglia d’argento al valor militare. Promosso tenente, fu trasferito nel 1921 nell’Arma dei Carabinieri e, nel 1924, alle dipendenze della Divisione Carabinieri della Tripolitania. Rimpatriato nel 1926, fu assegnato alla Legione di Roma e, successivamente, alla Scuola Centrale Carabinieri di Firenze. Nel 1934 fu promosso capitano e nel 1936 partì volontario per la Somalia, dove, al comando di “Bande Autocarrate”, si distinse nella Battaglia di Gunu Gadu, meritando una medaglia di bronzo. Conclusa la Campagna d’Africa, rientra in Italia nel 1937 e viene destinato alla Legione di Trieste. Subito dopo gli viene affidato il comando della Compagnia Tribunali di Roma. Promosso maggiore nel 1942, è assegnato al Comando dei Carabinieri alla Commissione Italiana d’Armistizio con la Francia. Inizia così a ricoprire importanti e delicati incarichi all’estero con l’obiettivo di reperire informazioni sulle attività dei nazisti nei paesi occupati. Nel 1943, tornato nuovamente a Roma, inizia l’opera di organizzazione e di collegamento con i militari dell’Arma impegnati nella lotta clandestina; costituì una formazione di oltre mille uomini, divenendo, nell’ambito del Fronte militare della Resistenza, il Capo di Stato Maggiore del Comando dei Carabinieri. Il 23 gennaio 1944 venne arrestato dalle SS del colonnello Kappler, torturato per due mesi nelle prigioni di via Tasso a Roma e, infine, il 24 marzo 1944, trucidato alle Fosse Ardeatine assieme ad altre 334 persone. Il 25 febbraio 1946 viene concessa al maggiore Ugo de Carolis la medaglia d’oro al valor militare alla memoria. Nello specifico, è sembrato importante far conoscere agli alunni della 4A del plesso Grazia Deledda la storia di questo uomo ed eroe al quale è intitolata la loro scuola, l’Istituto Comprensivo Vico-De Carolis appunto. Un progetto reso possibile grazie alla sensibilità della preside Giovanna Lato e del corpo docente tutto, rappresentato dalla tutor Donatella Zingarello, all’interno delleattività previste dal Programma Operativo Nazionale (PON) d'Istituto “Insieme si può”. Parimenti rilevante la disponibilità dei figli di Ugo de Carolis, la signora Nicoletta e il signor Enrico, a raccontare storie, aneddoti, vissuti riguardanti la famiglia. Infine, preziosa la collaborazione di Josè Minervini, docente, scrittrice e giornalista, che ha offerto la possibilità di attingere ai suoi articoli apparsi nel 2010 sulle pagine Cultura del Corriere del Giorno. (CS)