Taranto in Serie C: La dedica della Taras 706 a.C

TARANTO
19.06.2021 10:53

Doveva finire così. Taranto è un liberatorio urlo di gioia, un abbraccio stritolante che travalica i confini nazionali. Quindici anni dopo l’ultima apoteosi collettiva, sotto la pioggia incessante e benedetta dell’11 giugno 2006, fianco a fianco in uno stadio gremito oltre il possibile. I protagonisti di oggi sono stati per mesi un cumulo di pixel sui nostri schermi, che si è materializzato sul tetto di un pullman festante, tra i fumogeni, i cori e le bandiere di una strada ebbra. È stata una stagione tosta per i tifosi rossoblù, vissuta lontano dai gradoni e in perenne attesa di qualcosa di insperato. Di miracoloso, forse. Migliaia di anime, lacerate da anni difficili e deluse dall’ennesimo vagheggiamento dell’estate pre-pandemica, tenute insieme da un filo rosso. Cucito con pazienza, un giorno via l’altro, da Giuseppe Laterza e dai suoi ragazzi: le ragioni per cui tutti i sostenitori sono rimasti uniti, rivelando una maturità in certa misura inedita. Il finale di stagione e l’esplosione appassionata dopo il triplice fischio dimostrano tangibilmente cosa sia il Taranto per noi tifosi. Un bene superiore, con due simboli: un fantastico logo che gli abbiamo cucito addosso tutti insieme, uno stadio scalcinato ma comunque magnifico. Non sarebbe nulla senza la nostra passione. Più forte dei problemi, delle incomprensioni, delle decisioni che ci feriscono. Lo abbiamo rifondato tutti insieme, perché ci regalasse tanti 13 giugno 2021, e tutti insieme continueremo a costruirlo, giorno dopo giorno, finché non somiglierà, almeno in parte, ai sogni che abbiamo in testa. (CS)

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