Curiosità: I disastri di Turchet in giro per l'Italia...

TARANTO
Vito Galasso
19.04.2016 16:12

Malafede o manifesta incapacità? Questo è il dilemma. Nel caso dell'arbitro Riccardo Turchet della sezione AIA di Pordenone sembra molto probabile la seconda opzione. Il giovane consigliere comunale di Porcìa, minuscolo paese friulano, e figlio d'arte (il padre è stato sindaco dello stesso comune), è da tre anni che gira in lungo e in largo il Belpaese a combinare disastri. Quindi, scrolliamogli di dosso la nomea di direttore di gara da 2 in schedina perché se deve combinare guai non guarda in faccia a nessuno. Infatti, svarioni, mancanza di polso e atteggiamenti presuntuosi in campo sono all'ordine del giorno. Dati alla mano, ci risulta che in tre stagioni abbia raccolto una media di quasi 6 ammonizioni (5.6) e 1 espulsione (0.8) a match. Elevati anche i rigori concessi: circa 1 a incontro. Insomma, numeri da capogiro.

Turchet diventò famoso nel 2013, allorquando il presidente della Fermana, Maurizio Vecchiola, minacciò di ritirare la propria squadra dal campionato a margine dell'arbitraggio del fischietto friulano nella partita contro il Sulmona. In tale occasione, non sanzionò una netta carica al portiere marchigiano, che dovette rimanere fuori causa per più di un mese, e decretò al 93' un calcio di rigore per gli abruzzesi che decise la contesa.

Con il tempo i frutti maturano e migliorano, ma non è il caso della giacchetta gialla pordenonese. In questa stagione non si è mai tirato indietro. Il 18 ottobre 2015 ammonisce ben 9 calciatori e assegna 2 rigori nell'incontro tra Sammaurese e Ravenna. Nella sfida tra Chieti e Matelica del 1° novembre si rende protagonista di un arbitraggio imparziale, annullando due gol ai padroni di casa e regalando il successo per 2-0 agli ospiti. Una settimana più tardi fa innervosire i giocatori del Parma: sbaglia valutazioni in favore della Virtus Castelfranco, non convalida una rete regolare ai ducali, espelle Sowe e Guazzo (quest'ultimo addirittura si beccherà una squalifica di 4 giornate. Chissà cosa avrà scritto sul referto!) e Longobardi subisce un fallaccio che lo costringe a uscire, ma lui non assegna punizione alcuna. La lista è lunga, ma noi siamo coraggiosi e vogliamo andare avanti. Ci hanno lasciato a bocca aperta le dichiarazioni del direttore generale del Siracusa, Simona Marletta, a seguito del pareggio degli aretusei contro il Marsala nella sfida del 6 gennaio 2016. In riferimento alla conduzione di gara di Turchet, il dg dice: “Arbitraggio pessimo e allucinante. Non si può concedere a chicchessia di gettarsi a terra, di fermarsi, di bloccare il gioco per due-tre minuti. Credo che l'attribuzione dei cinque minuti di recupero siano stati dati solo per lo stop di qualche giocatore buttatosi per terra”.

Il 13 marzo, nella partita tra Ghivizzano Borgoamozzano e Sangiovannese, espelle tre giocatori, sventola cartellini gialli mirati ai diffidati e concede un penalty generosissimo per un'inesistente trattenuta in area. Fino a domenica 17 aprile, quando regala un rigore al Serpentara, ferma il gioco per parecchio tempo perché un giocatore ospite è stato colpito da crampi e castiga quasi tutti i giocatori con la squalifica sul groppone.

Arbitri inadeguati, dunque, possono tramutare una semplice partita di pallone in un gioco d'azzardo, dove si vince per fortuna e non per bravura. E' il caso di sottolineare che una scelta oculata dei fischietti da parte degli organi competenti sia strategicamente determinante ai fini della regolarità di un campionato di calcio. E' vero che si tratta di un torneo dilettantistico, ma ci sembra giusto che almeno gli arbitri siano decenti e decorosi. Non è chiedere troppo.

Nella foto di Peppe Carucci: Riccardo Turchet, arbitro della sezione di Pordenone

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