Bari-Taranto: La partita infinita nel ricordo di Gianni Sebastio
In quel calcio chi scendeva in campo ci restava per tutta la gara, perché le sostituzioni erano merce rara: in panchina, a disposizione, c'erano solo tre uomini, tra questi un portiere. La lunga storia dei derby tra Bari e Taranto ha nelle sue pagine quella scritta nel lontano 1979, esattamente il 22 aprile, guarda caso proprio nel giorno del compleanno di Erasmo Iacovone. La ferita della sua scomparsa era ancora aperta e sanguinante. Il campionato cadetto volgeva alla fine. Il vecchio e prestigioso stadio barese ribolliva di gente, la presenza di tarantini era imponente, il "settore ospiti" non era ancora stato partorito, tantomeno le altre forme di sicurezza in atto nell'attuale calcio moderno. Il copione quello di sempre, o quasi: biancorossi ancora in corsa per un piazzamento di prestigio, rossoblu a caccia di punti salvezza utili come l'aria. Pronostico tutto dalla parte dei galletti. Sulla panchina rossoblu sedeva Guido Mazzetti, sergente di ferro vecchio stampo, su quella adriatica Giulio Corsini, allenatore moderno e preparato. Tifo assordante tanto da far comprendere solo dopo pochi minuti che la gara era già iniziata. Per il Taranto un avvio disastroso: dopo due minuti, il poderoso stopper biancorosso Petruzzelli insacca alle spalle di Petrovic. Il gioco dei padroni di casa è veloce e avvolgente, la retroguardia ionica palesemente alle corde: dopo soli quattordici minuti, la partita sembra essere già in archivio. Dallo studio di "Tutto il calcio minuto per minuto", Roberto Bortoluzzi annuncia: "In Serie B un parziale è cambiato: a Bari, raddoppio dei padroni di casa con Stefano Pellegrini, pertanto la situazione al 14‘ è la seguente, Bari 2 Taranto 0".
Io che avevo solo 15 anni ero frastornato dal clamore dei circa 30mila tifosi di casa che gioivano, tutto appariva surreale e la partita assumeva le sembianze di una disfatta. A riaccendere le speranze è Graziano Gori, che a metà del primo tempo firma un gol impossibile regalando alla squadra ionica la speranza di un risultato positivo (2-1). Il Bari continua a spingere e in apertura di ripresa l’arbitro Menicucci di Firenze assegna un calcio di rigore ai baresi: Manzin non fallisce dagli undici metri e il punteggio si porta sul 3-1. Il Taranto non si dà per vinto e la riapre ancora: dieci minuti dopo un colpo di tacco temerario di Selvaggi (che tre anni dopo vinse il Mundial in Spagna) rimette tutto in gioco. La sfida si accende, diventa ruvida e spigolosa. Il pubblico urla. In campo si lotta e si suda. La maglia si bagna. Quando alla fine manca solo un quarto d'ora accade quello che non t'aspetti, ma che solo un derby riesce a offrire. Federico Caputi, uno che con il gol non aveva molta confidenza, scaraventa un bolide da circa trenta metri: trattengo il fiato fino a quando il pallone gonfia la rete infilandosi dove Venturelli non poteva arrivare. Incredibile, 3-3! Ma non è finita, la partita diventa una corrida e ne fa le spese il tarantino Mariani che a nove minuti dalla fine viene espulso. Il Bari attacca a testa bassa, ha un uomo in più, gioca in casa, vuole e deve vincere a tutti i costi. Il Taranto si difende con tutte le sue forze, quando, quasi al 90°, il direttore di gara concede il secondo rigore aì biancorossi. Sul dischetto ancora Manzin, gran tiro e gran parata di Zelico Petrovic...Taranto-Bari è stato anche questo! (di Gianni Sebastio per il settimanale Lo Jonio)