Confartigianato: ‘A rischio centinaia di imprese tarantine, occupazione e investimenti’

‘A causa dello stop a sconto in fattura e cessione crediti’

CRONACA
11.03.2023 18:31

Si è svolta nella sede della Confartigianato di Taranto un’affollata conferenza stampa sulle conseguenze fortemente negative dello stop allo sconto in fattura e cessione del credito che vede coinvolte anche migliaia di imprese tarantine.

Hanno preso parte alla conferenza, oltre a diverse imprese, Giovanni Palmisano rappresentante di Confartigianato Impianti, Raffaele Lucchese per Confartigianato Edili Anaepa e Fabio Polito per Confartigianato Serramentisti, insieme al Segretario provinciale dell’associazione Fabio Paolillo.

Non possiamo rimanere immobili di fronte ad una vera e propria ecatombe di imprese nei prossimi mesi, se non si trova immediatamente una soluzione - hanno dichiarato i rappresentanti di categoria di Confartigianato. Ci ritroviamo in una situazione difficile, c’è forte delusione e disperazione da parete di moltissimi imprenditori. Il Governo ci aveva rassicurato su una soluzione che risolvesse il problema dei crediti incagliati, invece non solo non si prospetta ancora nessuna risposta concreta al problema ma è stata bloccata dal 17 febbraio, senza alcun preavviso, la possibilità di continuare ad applicare lo sconto in fattura o a cedere i crediti; stiamo parlando di decine di milioni di euro di crediti sospesi nel limbo, solo nella nostra provincia.

Il blocco previsto nel decreto legge coinvolge le tante imprese che, sulla base delle norme sinora vigenti, hanno effettuato investimenti ed assunzioni nella prospettiva di poter continuare ad operare garantendo lo sconto in fattura, con buona pace degli obiettivi green che la misura avrebbe aiutato a raggiungere. Un problema a livello nazionale, che colpisce fortemente anche il territorio tarantino.

A questo punto va trovata urgentemente una soluzione per i cantieri aperti e una soluzione altrettanto urgente per i crediti incagliati già presenti nel cassetto fiscale delle imprese, altrimenti assisteremo a una vera e propria ecatombe di imprese della filiera costruzioni, con danni irreparabili per l’occupazione con un’incidenza sul PIL incalcolabile.

Ora sappiamo che ci sono incontri a livello governativo, che vedono Confartigianato protagonista su questi tavoli per rappresentare il problema e suggerire le soluzioni. La cosa più importante in questo momento è la variabile tempo/efficacia della soluzione altrimenti inizieranno a crollare le imprese, ad iniziare dalle più piccole, dagli artigiani, ovviamente meno strutturati a livello patrimoniale e finanziario.

E’ nostro compito - hanno proseguito da Confartigianato - sensibilizzare e incontrare urgentemente i nostri parlamentari ed il Prefetto, per sollecitare al Governo la gravità della situazione e l’urgenza di una via d’uscita volta alla salvaguardia delle nostre aziende.

Per comprendere la consistenza del sistema delle costruzioni nella provincia di Taranto, parliamo di un totale di 3.890 imprese EDILI di cui 1.947 artigiane, di 1.090 imprese dei vari settori dell’IMPIANTISTICA (con oltre la metà artigiane)  e 350 imprese del settore della SERRAMENTISTICA, di cui 140 artigiane. Il 40% di queste imprese artigiane ha dipendenti, molti dei quali assunti negli ultimi tre anni, e il 65% di tutte le imprese ha lavorato utilizzando i vari bonus per la ristrutturazione e l’efficientamento energetico.

La proposta che Confartigianato sta portando all’attenzione del Governo nazionale è quella di risolvere, con un compratore di ultima istanza, il grave problema dei crediti incagliati degli imprenditori che hanno effettuato lavori utilizzando i bonus edilizia e riattivare un sistema sostenibile e strutturale degli incentivi per il risparmio e l’efficientamento energetico degli edifici, in particolare:

  • è necessario aumentare la capacità di assorbimento dei crediti da parte del sistema creditizio, anche attraverso l’individuazione di un acquirente pubblico di ultima istanza particolarmente necessario per i crediti di minore importo;
  • ampliare l’arco temporale di utilizzo dei crediti in compensazione. In assenza della necessaria capienza fiscale, le imprese che hanno nei cassetti fiscali i crediti perdono infatti una parte del credito loro spettante.
  • rinvio della data, fissata al 17 febbraio 2023, entro la quale è necessario aver presentato la CILA per poter mantenere la possibilità di cessione/sconto del credito.
  • per il limitato valore dei lavori di edilizia libera non assistiti da CILA, Confartigianato chiede che sia consentito di autocertificare, da parte del contribuente, la data di avvio di tali lavori.
  • un'ulteriore proroga del Superbonus per le unifamiliari, il cui completamento dei lavori oggi è fissato per il 31.3 e che se non prorogato ulteriormente creerà ulteriori problemi per le nostre imprese e per i cittadini.

Grazie alla spinta dei bonus edilizia tra il 2019 e il 2022 ben 2,1 punti di crescita del PIL arrivano dai maggiori investimenti in costruzioni in Italia rispetto al resto dell’Eurozona. Inoltre, tra il quarto trimestre 2019 e il terzo trimestre 2022 il settore delle costruzioni ha fatto registrare un aumento di 257mila occupati, nonostante il paradosso che la strada dei bonus edilizia, da maggio 2020 a novembre 2022 sia stata però costellata di continui stop and go normativi: ben 224 modifiche, una ogni 16 giorni. E così cittadini e imprenditori si sono trovati imprigionati in una vera e propria ragnatela burocratica.

Un’esperienza culminata con il blocco dei crediti nei cassetti fiscali degli imprenditori, che ora mette a rischio 47mila posti di lavoro, e l’incertezza sulla sorte degli incentivi. Questo non è il modo migliore per favorire la transizione green.

Quindi se il Governo vorrà ripensare profondamente il sistema degli incentivi nel settore dell’edilizia, noi ci saremo, perché lo chiediamo da tempo, anche in vista degli obiettivi indicati dalla Direttiva europea sulle ‘case green, ma BASTA con gli interventi spot sottoposti a continui ripensamenti.

L’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare può essere una grande opportunità per il Paese, come lo è soprattutto nelle tante aree degradate di Taranto e della sua provincia, che purtroppo, come si può facilmente notare visto il permanere della situazione, non hanno beneficiato quasi per nulla degli incentivi per la ristrutturazione, ma non deve trasformarsi in vessazione per cittadini ed imprese. La strada realmente efficace consiste nel progettare una vera e propria strategia strutturale di lungo termine che scandisca l’impiego di risorse pubbliche aggiuntive. In questo modo potremo ottenere un ritorno positivo in termini di crescita del Pil e orientare le scelte dei cittadini sulla qualità e l’efficienza energetica delle abitazioni.

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