Taranto: Cascone, `Da gennaio sarà un Taranto diverso...`

TARANTO
Alessio Petralla
01.01.2016 14:26

Ospite di 100 Sport Magazine, trasmissione che va in onda tutti i martedì su Studio 100 e condotta da Gianni Sebastio, questa settimana, è stato l'esperto difensore del Taranto Pietro Cascone, che commenta la situazione attuale della sua formazione partendo dalla classifica: "Alla fine sei punti non sono tanti: nel girone di ritorno si comincia a fare sul serio: solo così potremo raggiungere l'obiettivo. Sei punti sono solo due partite...".

 

FONDI E VIRTUS: "Si, saranno le prime due trasferte del 2016: due gare importantissime in cui se non si dovesse far risultato le cose diventerebbero più difficili. Ora, però, il match più importante è quello interno con il Manfredonia. Si gioca il 6 e il 10 gennaio, se questo può creare problemi? Non cambia nulla: anche i laziali giocheranno giorno 6. Nessun problema".

LA SOSTA: "E' determinante, visti i tanti cambiamenti effettuati dalla società. Stiamo avendo più tempo per lavorare insieme e assimilare gli schemi. Giorni positivi, in cui si lavora duro con una doppia seduta giornaliera".

IL TARANTO: "Siamo forti e possiamo puntare a vincere: in rosa sono presenti tanti calciatori validissimi. E' arrivata gente importante come Siclari e Ciarcià, poi ci sono Marsili e Genchi (giusto per citarne qualcuno). Insomma, si può arrivare in fondo".

GENNAIO: “Sarà un mese fondamentale: nelle prossime quattro gare potremo capire quello che potrà essere il nostro futuro: ovviamente, sarà presto. Pensiamo domenica dopo domenica: vogliamo vincerle tutte. Poi tireremo le somme...”.

CALI: “Con il Francavilla in Sinni, nel primo tempo, si è giocato solo ad una porta, il loro gol è arrivato per un nostro infortunio. Nel secondo tempo ci siamo allungati: onestamente, non ci hanno messo in difficoltà più di tanto. I gol sono arrivati per nostri infortuni, non per dei veri e propri cali di concentrazione”.

DIFESA: “I campionati si vincono con la difesa: se per 34 match vinci 1-0 l'equivalente è sempre di tre punti. Dovremo stare più attenti, visto che spesso siamo stati puniti da episodi. Il 2015 è finito, ora speriamo in un po' più di fortuna”.

AVVERSARI: “Come difensore, ovviamente, affrontare calciatori imprevedibili è più difficile. Per quelli più statici lo è poco meno”.

LA PIU' TOSTA: “Il campionato è equilibrato, ma se dovessi citare la squadra più temibile direi Fondi, per organizzazione e solidità societaria”.

POCHESCI: “Le sue dichiarazioni su Siclari lasciano il tempo che trovano. A Fondi, in avanti, c'è molta concorrenza ma qui la situazione non è molto diversa. Avrà detto quelle parole, forse, perchè lo avrebbe voluto lui in rosa”.

PORTIERE: “Ovviamente un portiere over da più sicurezza: questo ruolo è importantissimo visto che comanda anche la difesa. L'under può peccare d'inesperienza a volte. Pizzaleo è un estremo difensore di prospettiva. L'attacco? Il nostro è fortissimo. Ci sono nomi altisonanti”.

COMPAGNO DI REPARTO: “Per ora qui ho giocato solo con Ibojo: Pambianchi è infortunato e quindi non posso fare paragoni. In carriera mi sono trovato alla grande con più di uno tra cui Mattera nell'Ischia e Migliaccio ex Taranto”.

LA CITTA': “Taranto è bellissima, mi ricorda Castellamare. Il pregio di questa città è il mare; se devo trovare un difetto, direi che come la maggior parte delle città del sud, è molto trafficata. La tifoseria è pazzesca e può rappresentare un'arma a doppio taglio: se le cose vanno male, giustamente contestano, visto anche il blasone della piazza”.

LA DIRIGENZA: “I presidenti sono persone per bene e stanno facendo sacrifici importanti. E' dura trovare gente così nel calcio. Avere i tifosi nell'assetto societario, inoltre, è un fattore positivo: sono la massima espressione e possono dare qualcosa di più”.

PER VINCERE...: “Serve tranquillità e compattezza. Questi giorni abbiamo lavorato con intensità e già la squadra ha un altro passo. Dal 6 gennaio, sicuramente, si vedrà un Taranto migliorato”.

LA STAMPA: “Qui le conferenze sono spesso affollate: la categoria non appartiene a nessuno. In riva allo Ionio ti senti calciatore. Se così non fosse, sarebbe meglio appendere le scarpe al chiodo”.

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