Cede bacino Ferretti Arsenale, CGIL: “Segno declino del territorio’

CRONACA
02.08.2024 19:41

Solo nelle scorse ore, la Funzione Pubblica CGIL di Taranto aveva denunciato il continuo impoverimento occupazionale, di esperienze e competenze dell’Arsenale di Taranto. Oggi, quella denuncia sembra essere confermata dal collasso di alcune infrastrutture storiche che hanno reso importante il presidio tarantino a livello nazionale e internazionale. È il segno di un declino che non possiamo accettare.

Lo afferma il segretario generale della CGIL di Taranto, Giovanni D’Arcangelo, commentando il cedimento della “barcaporta” del bacino Ferrati. Uno dei bacini fissi dell’Arsenale ha ceduto, rompendo gli argini e provocando una piccola esondazione di quel tratto di mare fin dentro ai capannoni e lungo le strade del presidio della Marina Militare a Taranto.

"C’è stato tanto spavento, ma solo il destino ha evitato una strage" commenta Pietro Avellino, coordinatore difesa della FP CGIL di Taranto. "Se in quel bacino oggi ci fossero stati operai a lavorare su una carena di nave, oggi commenteremmo non solo la perdita di valore dell’Arsenale di Taranto o il suo graduale impoverimento, ma una tragedia umana".

La “barcaporta”, che di fatto funziona come una diga che argina l’acqua, ha ceduto intorno alle 15 di oggi. Il boato si sarebbe avvertito ben oltre le mura possenti dell’Arsenale, fino alle abitazioni del borgo cittadino.

"Quelle pareti in calcestruzzo dei bacini fissi dell’Arsenale di Taranto hanno visto passare manutenzioni e riparazioni di scafi importanti, compresa la portaerei Cavour" sottolinea Grazia Albano, segretaria della FP CGIL di Taranto. "Essere testimoni di questo tracollo anche “fisico” di un pezzo di storia del nostro territorio fa troppo male alla città, ma anche a tutti i lavoratori che nel tempo avevano creduto in un rilancio dell’infrastruttura militare e del suo potenziale industriale".

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