Taranto, primo appuntamento con il ‘Gran Galà dell'Operetta’
Stasera, venerdì 23 febbraio, sul palco del Fusco: ore 21.00
Torna a Taranto l'Operetta grazie agli Amici della Musica «A. Speranza» che, in collaborazione con l'Associazione Musicale "Mario Costa" di Sabino Dioguardi, proporranno al pubblico jonico un doppio appuntamento per tutti gli amanti del genere. Protagonista la storica Compagnia italiana delle Operette, fondata da Sergio Corucci nel 1953, oggi diretta da Maria Teresa Nania.
Questa sera sul palco del Fusco di Taranto (ore 21) con il Gran Galà dell’Operetta, un vero e proprio spettacolo che racchiude i brani più belli delle operette più conosciute e apprezzate. Tenore, Soprano, Comico e Soubrette saranno contornati da bellissime ballerine, accompagnati al pianoforte dal Maestro Ettore Papadia, e con i costumi - delle operette - portati in scena dalla Compagnia Italiana di Operette.
Il pubblico entrerà nell’atmosfera melodica, colorata e divertente delle celebri melodie quali La Reginetta delle Rosa (Leoncavallo), Al cavallino bianco (Ralph Benatzsky), Il paese dei campanelli e Cin- Ci Là (Ranzato), Scugnizza del tarantino Mario Costa e La duchessa del Bal Tabarin di Lombardo.Domenica 25 Febbraio, giorno del secondo appuntamento – in pomeridiana alle 18 sempre al Fusco di Taranto – la Compagnia italiana dell’Operetta porterà in scena «La vedova allegra» di Franz Lèhar.
L’operetta, con l’originario titolo tedesco di Die lustige Witwe, è divisa in tre parti e liberamente ispirata dalla commedia L'Attaché d'ambassade di Henri Meilhac del 1861. Scritta nel 1905, debuttò a Vienna con Mizzi Günther, soprano di operetta, ed il tenore viennese Louis Treumann sotto la direzione proprio dello stesso Lèhar.
Un debutto, quello de «La vedova allegra», in piena Secessione Austriaca e concepita per un'orchestra di grandi dimensioni, comprensiva di Arpa: in Italia debuttò solo due anni dopo al teatro Dal Verme di Milano con Adrienne Telma, in arte Emma Vecla.
Un successo senza precedenti che perdura ancora oggi, tanto che la Vecla eseguì ben 500 repliche in poco più di due anni. Un successo dovuto a un «libretto» condito da una trama con tematiche legate a denaro, potere, amore e gelosia, che continua ancora oggi ad affascinare il pubblico grazie all’armonia e leggerezza fatta di divertenti scambi di promesse, coppie, sospetti e rivelazioni. Ambientata nei locali dell’Ambasciata del Pontevedro a Parigi, ha per protagonista Hanna Glavary, vedova di un ricco banchiere di corte.
Njegus, segretario un po’ pasticcione e il Barone Zeta che, su incarico del sovrano di Pontevedro, cercano di combinare un matrimonio tra Hanna e un compatriota in modo che la dote della ricca vedova resti nelle casse dello Stato. Innescando una serie di equivoci comici trascinanti riescono a condurre la storia a un lieto fine.