Manduria e la memoria delle due guerre mondiali
(Di Fabio Dal Cin) Dal Settecento all’Ottocento, fino ai primi anni del Novecento, furono numerosi i viaggiatori e memorialisti (soprattutto stranieri) che visitarono l’Italia. Si parlava di Grand Tour, fenomeno culturale di grande rilievo e di moda in tutta Europa che interessò le nostre regioni meridionali. In quei tempi, il Sud Italia, affascinava, era poco conosciuto e considerato pericoloso. Oggi le prospettive sono cambiate, informazione e divulgazione corrono veloci in rete, l’impressione è che tutto sia stato detto, pubblicizzato, visto. In realtà, non è proprio così, e, per fortuna, esiste ancora la possibilità di stupirsi, conoscere. Il Grand Tour di oggi, a volte, comincia anche dai social: queste piattaforme, se opportunamente consultate, consentono di avvicinarsi a realtà ed associazioni che hanno come obiettivo quello di promuovere la cultura e le tradizioni del territorio. Con questa premessa, nasce il mio approfondimento sulla città “messapica” (e terre del primitivo..) di Manduria e, soprattutto, sul museo civico. Grazie alla professionalità di Ileana Tedesco, guida ambientale escursionista associata AIGAE, vengo introdotto, attraverso un viaggio virtuale, in un periodo storico collocato tra le due guerre mondiali. Il Museo Civico di Manduria, inaugurato nel 2018, oltre a custodire la memoria della presenza degli Americani nell’Aeroporto Militare della cittadina messapica, rievoca, come si legge dal sito ufficiale, “storie di rappresaglia, di sacrifici e degli orrori della guerra, ma anche di accoglienza, di amore, di scambio e di arricchimento che scaturiscono dalla convivenza fra militari e manduriani. Le teche conservano cimeli della II Guerra Mondiale, oltre alle tracce dell’esperienza di tanti manduriani partiti per la I guerra e la valorosa storia dell’eroe Cosimo Moccia, insignito della medaglia al valore militare.” Scorrendo tra le varie immagini, i ritagli di giornali d’epoca opportunamente allestiti presso la sala dedicata alla 2^Guerra Mondiale 1939 – 1945, è possibile rivivere la Manduria del periodo bellico , di quando nell’aeroporto s’insediò il 450° Gruppo di Bombardamento alleato, e il 62 ° Gruppo di Servizio, i cui compiti erano da una parte organizzare e coordinare i quattro Gruppi di Bombardamento, dall’altra curare la stesura di un giornale di servizio, le cui copie sono tutt’oggi consultabili presso la biblioteca comunale “Marco Gatti” di Manduria. Il museo, inoltre, custodisce gelosamente il ricordo di Elisa Springer, donna deportata al campo di Auschwitz il 2 agosto 1944, sopravvissuta alle terribili condizioni di vita del campo, e trasferita a Manduria nel 1948. È stato possibile conoscere la sua storia solo molti anni dopo, attraverso la preziosa testimonianza del figlio. Grazie all’impegno della sezione ANSI di Manduria, il visitatore potrà ammirare la mostra fotografica documentaria dedicata all’accoglienza dei profughi trentini durante la Grande Guerra. Un piccolo grande particolare: il museo, spiega Ileana, è spesso oggetto di visita da parte di gruppi di bambini. “Spiegare” la guerra ai più piccoli, tra aneddoti, giochi e semplici testimonianze, non è cosa semplice, maè necessaria per far comprendere alle generazioni del futuro che sorrisi e spensieratezze di oggi sono il frutto dei sacrifici compiuti dalle tante persone rappresentate in ogni foto in bianco e nero, oppure citate all’interno di pagine di giornali sbiadite. Il museo, ha aggiunto Ileana, possiamo inoltre considerarlo come un piccolo contenitore culturale all’interno del quale vengono ciclicamente organizzati eventi culturali, letterari e musicali legati alle tradizioni del territorio. L’invito, infine, è seguirci per scoprire insieme quali attività saranno protagoniste nei giorni 7 e 8 agosto 2021 in occasione della “notte dei musei”, evento nazionale con apertura straordinaria di tutti i musei! Buona visita. (Foto Fabio Dal Cin)