Il "cattivissimo" Max Giusti al teatro Orfeo
Un talentuoso tutto pepe che coinvolge il pubblico in uno show scritto insieme a Marco Terenzi e Giuliano Rinaldi
Di Maria Pastorelli
L’italiano medio, che sia critico, polemico o pigro, come reagisce quando deve decidere le cose della vita? Facilissimo! Con un click! Accennerà sul viso una buffa espressione a metà strada fra l'ingenuo e lo scaramantico: “Va tutto bene”. "Sì, va tutto bene"! E' questa la frase che esorcizza tutto, che scioglie ogni nodo e che ci ricorda quanto, in fondo, siamo in grado di lasciarci le cose alle spalle -magari- facendoci anche una risata sopra, anzi più di una! Invece Max ci ricorda che invece in alcuni casi, oggi, non va per niente bene. L'ossessione degli acquisti su internet anche in occhi e animi insospettabili, che entrano in negozio a beffeggiare i commessi che ormai non riescono a vendere quasi nulla o poco. Il saluto è sempre lo stesso, poco loquace ma malandrino: <<Grazie, ci rifletto, ripasso domani! A presto>>! Ed è subito corsa verso casa, postazione pronta, taccuino con appunti e giù a cercare su Amazon lo stesso modello di borsa o scarpe a molto meno. Le mogli stolkerizzano Amazon e i padri di famiglia cercando vacanze su internet in un mondo dove tutto è pilotato, condizionato, taroccato al fine: così restiamo immersi fino al collo, inebetiti e incartarimpecoriti a fissare il vuoto con gli occhi sbarrati davanti a recensioni schizofreniche di utenti che hanno visitato luoghi, soggiornato in alberghi e che non hanno ancora collegato i neuroni al terminale prima di recensire qualunque cosa! Una parodia eccentrica quando reale e sostenuta da prove proiettate sul maxi schermo del teatro dalla potente voce psichedelica del Cattivissimo!Un camaleonte dallo stile dinamico, questo è Max: ci invita a seguirlo in un viaggio comico di due ore senza argini, uno scorrere velocissimo di monologhi e aneddoti vissuti che si calano con grande abilità nelle acque del passato nuotando, in un istante, in quelle di oggi, lontane ormai anni luce per prospettiva e intelligenza dall'essenzialità dei nostri vecchi modelli del passato.
L’alternarsi fra ciò che è stato e la vita frenetica e pocket racchiusa negli smartphone dei giorni nostri porterà alla luce quanto è cambiato il concetto di quotidianità basato sul lavoro, il tempo libero e i rapporti tra le persone. Ad esempio, il bombardamento sistematico di offerte online ha influenzato fortemente le nostre scelte su come trovare un fidanzato, come tenersi in forma, cosa acquistare, come mangiare (vedi i ristoranti dei cinesi di cucina Giapponese "All that can eat" a diciannove euro e novanta bevende escluse, come risparmiare con i vari Groupon e Obabaluba, che sono solo allodole per gli sciocchi e per cui non basta pensare, sognare, scegliere in autonomia. I programmi televisivi di cucina che spuntano come funghi in una stagione che non termina mai, quella del torpore del cervello ormai ridotto ad un criceto per la moltitudine, che hanno rivoluzionato le vite cambiando completamente il concetto di “casareccio”; e ancora, i social o le nuove mode che hanno modificato e, se vogliamo, reso assurdi i metodi di interfacciarsi e creare una relazione con l'altro sesso, soprattutto per chi, avendo circa 50 anni, era abituato a tutt’altro, a bolle prossemiche di protezione o a pudori salvavita e dignità. Ovviamente la verità non sta da nessuna parte ma le omologazioni senza un distacco critico da parte dei giovani producono interventi da parte del Cattivissimo che generano risate a fiotti. Un tripudio di balletti, caricature e brani interpretati con una voce super prestante dei migliori cantautori italiani e stranieri dagli anni 60 fino ai giorni nostri. Da Maria De Filippi e i suoi successi televisivi all’evergreen Don Matteo alle prese con un’improbabile rapina, passando per Antonino Cannavacciuolo e le sue “cucine da incubo”. Cinico come un romano verace sa essere, stavolta, per davvero, Max non guarderà in faccia nessuno!Intervengono in collegamento in diretta sul palco dell'Orfeo Elton John, Ligabue e Vasco Rossi, e Max dialoga con loro come uno spettacolare prototipo curioso e irriverente che se la ride di gusto contagiando col virus della risata. Un uomo prima che artista di una sensibilità eccellente che ha smesso di comperare il prosciutto in offerta o quello buono e costoso per sempre per non essere denigrato! La morale della favola dimostra che la verità sono le nostre scelte e non ciò che decretaranno gli altri o le mode. Dunque da oggi buona vita a tutti e siate tutti "cattivissimi"! (fotografie di Aurelio Castellaneta)