Tassi interesse BCE: allarme UIL Taranto, ‘Riflessi pesantissimi su famiglie e imprese’
Critico e preoccupato l’intervento del coordinatore della UIL di Taranto, Pietro Pallini, circa l’ulteriore aumento dei tassi d’interesse attuato dalla BCE nelle scorse ore. Manovra, questa, che mette, secondo il numero uno di via Dante, alle strette famiglie e imprese con una stima di crescita dell’economia italiana pari allo zero virgola, il nulla. Determinando, ancora, l’aumento della povertà assoluta e la crescita dei divari nel sud del Paese.
“Un altro rialzo dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea che stringe di un altro passante la cinghia attorno al collo di famiglie e aziende. Un’insensata follia, sotto la promessa di riduzione dell'inflazione”.
“La definisco semplicemente una follia, perché l'origine del balzo inflattivo è prevalentemente determinato dal conflitto russo-ucraino, una barbarie che non dà purtroppo segnali che tutto quest'orrore presto finisca”.
E dunque, dove si giungerà di questo passo, si domanda Pallini. “L'ulteriore scempio di questi giorni si somma allo scempio di agosto che aveva già previsto l'aumento di 25 punti base al 4.25% (picco più alto dal 2001)”.
“Così la Bce in questa febbricitante corsa svetta i tassi d’interesse di un ulteriore quarto di punto percentuale: tasso di riferimento al 4,50%, il più alto da quando è stata introdotta la moneta unica, peraltro non escludendo nuove strette in autunno”.
“Lo ripetiamo, l'aumento sconsiderato dei tassi d'interesse per contenere l’inflazione avrà da un lato gli effetti di contenere minimamente la stessa, ma ridurrà maggiormente la spesa delle famiglie e contribuirà a strangolare le stesse, alimentando la povertà assoluta e la crescita dei divari, già di per sé preoccupante, soprattutto al Sud”.
“Anche le imprese soffocano sotto il peso dei riflessi della pandemia, tutt'altro che trascorsi e l'aumento di materie prime, costi e tariffe”.
Una scelta scellerata, afferma il coordinatore della UIL di Taranto, dai “riflessi pesantissimi più in Italia che nel resto d'Europa, semplicemente perché i nostri salari sono tra i più bassi e il potere di acquisto delle famiglie se negli altri Paesi affonda, qui da noi sprofonda al cospetto del carovita“.
“Questa è la comprova che si è scelto di restare più o meno consapevolmente sordi e ciechi nel governare una delle crisi più complicate dal secondo dopoguerra”.
“Una forma di Governo contraria ai bisogni delle persone in cui si dimostra che sono l'economia e la finanza a dettare legge, e non i bisogni delle persone”.
E conclude Pallini: “Il Governo metta al riparo le famiglie da questa follia, la cui scelta peraltro non ha visto la condivisione di molti governatori in Europa, e metta immediatamente in campo un sistema di protezione sociale per tutti coloro che con il bisogno di accendere un muto, scelsero di acquistare la prima casa, non certo di svenderla come al contrario sta accadendo”.
“Sul totale di 25,7 milioni di famiglie italiane, quelle che hanno un mutuo sono circa 3,5 milioni (la rata che passa da 456 a 759 euro l’anno), mentre sono circa 6,8 milioni i cittadini indebitati anche con altre forme di finanziamento, come il credito al consumo e i prestiti personali. Le rate non pagate dalle famiglie salgono dagli 11 ai 15 miliardi”.
“Questo è quello che queste manovre stanno producendo; tutto è incontrovertibile, siamo davanti alla follia. Il Governo intervenga”.