Colpo di stato in Turchia, paese verso la guerra civile
Colpo stato contro Erdogan da parte dell'esercito in Turchia (ma la Marina si chiama fuori). Il presidente è in fuga, sarebbe atterrato ad Amsterdam. L'evoluzione del golpe organizzato dai colonnelli (e non dai generali), è seguita con la massima attenzione dalla Russia (tra i due Paesi è stata fatta di recente pace dopo un lungo periodo di forte tensione) e dagli Usa, essendo il paese componente della Nato. Il golpe è stato preceduto nei mesi scorsi da un lungo elenco di sanguinosi attentati terroristici.
Catturato Akar. I carri armati dell'esercito hanno aperto il fuoco attorno al Parlamento turco ad Ankara. A sparare sono stati anche elicotteri militari. Il comandante delle forze terrestri turche, il generale Hulusi Akar, capo di stato maggiore fedele al presidente, è ostaggio dei golpisti. Le principali forze di opposizione laiche della Turchia si sono schierate contro il golpe.
Legge marziale e coprifuoco. I militari hanno istituito la legge marziale e disposto il coprifuoco. E sospeso le trasmissioni della rete radiotelevisiva statale nella cui sede è avvenuta un'esplosione. Soldati in tutte le città. Bloccati gli accessi ai social network Facebook e Twitter. Aerei da guerra ed elicotteri sorvolano la capitale Ankara. I due ponti sul Bosforo che collegano la parte orientale e occidentale di Istanbul sono stati chiusi: qui ci sono stati tre feriti. Carri armati sono stati dispiegati all'aeroporto internazionale Ataturk di Istanbul, cancellati tutti i voli da tutti gli scali nazionali. Una forte esplosione è risuonata in serata nella capitale, in un centro di addestramento delle forze speciali della polizia nel quartiere di Golbasi. Il ministro italiano dell'Interno Angelino Alfano ha confermato: "conflitti a fuoco tra militari e polizia". I golpisti hanno occupato la sede dell'Akp, il partito del presidente. Violenti scontri hanno contrapposto la polizia anti-sommossa e l'esercito turco in piazza Taksim, a Istanbul.
stato contro Erdogan da parte dell'esercito in Turchia (ma la Marina si chiama fuori). Il presidente è in fuga, sarebbe atterrato ad Amsterdam. L'evoluzione del golpe organizzato dai colonnelli (e non dai generali), è seguita con la massima attenzione dalla Russia (tra i due Paesi è stata fatta di recente pace dopo un lungo periodo di forte tensione) e dagli Usa, essendo il paese componente della Nato. Il golpe è stato preceduto nei mesi scorsi da un lungo elenco di sanguinosi attentati terroristici.
Catturato Akar. I carri armati dell'esercito hanno aperto il fuoco attorno al Parlamento turco ad Ankara. A sparare sono stati anche elicotteri militari. Il comandante delle forze terrestri turche, il generale Hulusi Akar, capo di stato maggiore fedele al presidente, è ostaggio dei golpisti. Le principali forze di opposizione laiche della Turchia si sono schierate contro il golpe.
Legge marziale e coprifuoco. I militari hanno istituito la legge marziale e disposto il coprifuoco. E sospeso le trasmissioni della rete radiotelevisiva statale nella cui sede è avvenuta un'esplosione. Soldati in tutte le città. Bloccati gli accessi ai social network Facebook e Twitter. Aerei da guerra ed elicotteri sorvolano la capitale Ankara. I due ponti sul Bosforo che collegano la parte orientale e occidentale di Istanbul sono stati chiusi: qui ci sono stati tre feriti. Carri armati sono stati dispiegati all'aeroporto internazionale Ataturk di Istanbul, cancellati tutti i voli da tutti gli scali nazionali. Una forte esplosione è risuonata in serata nella capitale, in un centro di addestramento delle forze speciali della polizia nel quartiere di Golbasi. Il ministro italiano dell'Interno Angelino Alfano ha confermato: "conflitti a fuoco tra militari e polizia". I golpisti hanno occupato la sede dell'Akp, il partito del presidente. Violenti scontri hanno contrapposto la polizia anti-sommossa e l'esercito turco in piazza Taksim, a Istanbul. L'atmosfera nelle città turche è molto pesante, il Paese sta sprofondando nel caos, è corsa agli sportelli del bancomat per fare approvvigionamento di denaro.
La fuga in aereo di Erdogan: nessuno lo fa atterrare. Recep Tayyip Erdogan risulta in salvo. Ha lasciato il Paese a bordo di un aereo privato decollato da Bodrum. Sulla base di quel che si vede sull'app flight radar 24, un aereo partito da Bodrum senza indicare la destinazione finale nel piano di volo è atterrato all'una di notte all'aeroporto di Amstedam Shilpol. Nessuno aveva dato a Erdogan il permesso di atterrare. Aveva chiesto asilo in Germania, che gliel'ha negato. Poi la richiesta l'ha inoltrata a Londra, quindi a Teheran per fare scalo e ripartire per il Qatar. Si era anche parlato di un eventuale atterraggio in Italia, a Ciampino, ma la notizia è stata smentita.
Erdogan che oscurava i social, lancia un appello su FaceTime. Durante la fuga, in collegamento via smartphone con l'emittente televisiva 'Cnn Turkey', Erdogan ha invitato i turchi (facendo appello anche alle moschee) a scendere in piazza, ritenendosi ancora lui il presidente, minacciando nel contempo che i golpisti sarebbero stati puniti. Poi, ha accusato apertamente di essere dietro al colpo di stato il predicatore Fetullah Gulen, ideologo islamista radicale, suo ex alleato e adesso acerrimo avversario, al punto da trovarsi fin dal 1999 in esilio volontario negli Usa, dove si dice controlli il quartier generale di un impero economico dal valore di 20 miliardi di dollari. Paradossale che proprio Erdogan, che aveva messo al bando i social su Internet, nel momento in cui ha avuto bisogno lui, abbia mandato un messaggio su FaceTime.
forze armate turche sono la seconda più grande forza armata permanente nella Nato dopo le forze armate statunitensi, con una forza combinata di poco più di un milione di persone in uniforme che servono i suoi cinque rami. La Turchia è considerata la più forte potenza militare della regione del Vicino Oriente oltre a Israele.
A rischio basi militari anti Is. Il colpo di stato in Turchia mette a rischio l'uso da parte delle forze armate americane delle basi militari nel Paese per le operazioni anti-Is. Il Pentagono è consapevole di quello che sta accadendo nel Paese, ma sta ancora cercando di capire gli effetti sulle operazioni americane.
I social testimoni del golpe. Anche in questo caso i social diventano vettori di notizie e di immagini. Su Twitter sono stati pubblicati alcuni foto e video. Alcune immagini sono relative al blocco dei ponti sul Bosforo, altre ai carri armati all'aeroporto. Un video mostra una sparatoria nella notte nelle strade di Ankara. (Da http://www.repubblica.it