BluLibri: ‘Due volte stranieri’ di Ismete Selmanaj Leba
(Di Antonio Bargelloni) Quante volte ci è capitato di dire o soltanto di pensare: “La mia vita travagliata sarebbe la migliore trama per un romanzo”. Parole, pensieri che volano via in un battibaleno, presi come siamo dal nostro “quotidiano vivere” e da quella giusta dose di pudore, o soltanto di voglia di privacy che ci frena. O semplicemente perché… non sappiamo scrivere.
Ismete Selmanaj Leba invece sa scrivere, eccome: nata in Albania, a Tirana, dove si è laureata in ingegneria edile, dal 1992 risiede in Italia, nel Messinese, e qui ha scoperto le sue doti letterarie, impegnandosi come giornalista freelance, blogger e poi scrivendo romanzi nei quali ha messo “nero su bianco” le storie di persone che ha incrociato nella sua attività di reporter e di interprete-traduttrice, storie costruite su temi drammatici legati all’immigrazione clandestina.
Nel 2019, dopo aver pubblicato quattro libri (i primi due nella sua lingua madre e destinati al pubblico albanese), il “grande passo”: raccontare la propria storia di emigrante, ma soprattutto quella di tanti connazionali giunti in Italia per sfuggire ad un destino segnato e che non sempre sono stati fortunati nel nuovo approdo. A Ismete, nel romanzo “trasformata” in Mirela, il viaggio si è trasformato in un’occasione di riscatto, ma il cammino dell’integrazione è stato comunque irto di ostacoli: pregiudizi, diffidenza, malvagità non sono mancati nel suo percorso fatto di discese profonde e risalite, da cui è uscita la donna forte di oggi, anche perché ha avuto la fortuna di trovare soprattutto persone dotate di comprensione, tolleranza, rispetto, in una parola: umanità.
Ismete ha “romanzato” in modo molto garbato la sua vita, senza trascendere nel tragico racconto, né in analisi sociologiche sul nostro Paese o sulla sua Albania, ma limitandosi a raccontare le persone che Mirela e la stessa Dorina (il nome dato all’amica della protagonista) hanno trovato davanti a sé. Personaggi dei quali chiunque legge il romanzo può “ritrovare” tra coloro che conosce personalmente, o di cui ha sentito parlare nella sua cerchia di conoscenze, come è successo a me. Perché in fondo ogni mondo è paese: dappertutto, in Puglia (regione in cui si svolge la trama del romanzo) come in Albania, negli Stati Uniti come in Cina, puoi trovare la donna in carriera che parcheggia la propria madre in una casa di riposo o in un appartamento con la badante, o il mentecatto che affitta casa ai clandestini decidendo prezzi e modalità, o ancora colui che li sfrutta per lavori durissimi al limite della schiavitù. Ma puoi anche trovarci chi prende a cuore le sorti dei più deboli, chi si prodiga per dare dignità agli immigrati, chi dà una chance a chi non ne ha mai avute perché non è nel giro giusto.
Uno spaccato della nostra esistenza, sempre più complessa e tendente all’incattivirsi, un’opera che fa riflettere proprio in un periodo in cui le disuguaglianze, le fughe dalla fame, dai regimi e dalle guerre, anche quelle più vicine a noi, ci dividono e diventano addirittura materia su cui costruire campagne elettorali. Un libro che fa riflettere e che farebbe bene far leggere a chi fatica a pensare che i problemi di una nazione non sono solo di quella nazione, ma di un unico villaggio chiamato mondo. “Due volte stranieri”, Besa Editrice, 2019, € 19,00.