Taranto: Ospedale ‘San Cataldo’, c’è il via libera per i lavori
Consiglio di Stato ha accolto il ricorso delle aziende aggiudicatarie dell'appalto
Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso delle aziende aggiudicatarie dell'appalto per la realizzazione del nuovo ospedale "San Cataldo" di Taranto, dando il via libera ai lavori. Per i giudici di Palazzo Spada l'esecuzione di lavorazioni notturne, anche per ridurre la tempistica dei lavori, è compatibile con la normativa vigente. Lo rende noto Domenico De Bartolomeo, amministratore Debar e presidente di Confindustria Puglia. I giudici, ribaltando la decisione del Tar Lecce che aveva dato ragione al raggruppamento capeggiato dal Consorzio Research, classificato secondo nella procedura di gara indetta da Invitalia per conto della Asl di Taranto, hanno condiviso la tesi del raggruppamento aggiudicatario dei lavori, capeggiato dalla Debar Costruzioni spa, con le imprese Cn Costruzioni, Edilco, Consorzio Com, Icoser e Mazzitelli, assistite dagli avvocati Fabio Cintioli, Francesco Paolo Bello, Giuseppe Macchione, Giovanni Nardelli e Saverio Sticchi Damiani. Accolto anche l'appello di Invitalia, che dovrà quindi tenere conto di quanto "statuito in merito alla ricostruzione del quadro normativo di riferimento, alla acclarata assenza di divieti assoluti circa le lavorazioni notturne disturbanti ed alle diverse possibilità di autorizzazioni in deroga che vi sono contemplate." "Non si vedono impedimenti sostanziali all'avvio di lavori che consentiranno alla città di Taranto di poter finalmente beneficiare di una nuova e moderna struttura ospedaliera. Come espressamente detto in sentenza, non sarà infatti necessario attendere la decisione della Corte di Giustizia Europea una volta che le residue verifiche siano state positivamente effettuate" dichiara De Bartolomeo. "Rimane soltanto un passaggio procedimentale ulteriore - si legge in una nota - , per valutare la congruità della tempistica dell'offerta, ma che a questo punto appare per lo più formale, dato che non si potrà più dubitare della possibilità di lavorare in ore notturne". (ANSA).