Karate - Silvia Semeraro, una dedica speciale per il "bis" a Rabat

La faggianese dopo il successo in Premier League: "Dedicata a mia nonna Tanina".

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Antonio Bargelloni
17.04.2017 22:57

«Alle volte serve saper attendere il momento adatto con la giusta calma  per poi riuscire a centrare l’obbiettivo! Questa trasferta mi ha insegnato molto di più di una semplice competizione…».
Così si esprime Silvia Semeraro di ritorno da Rabat, dove ha vinto per la terza volta in carriera - la seconda nella capitale del Marocco, dove aveva trionfato nel 2016 -   una prova della Karate 1 Premier League, la principale competizione a tappe del karate internazionale.
Nel suo post sulla propria pagina Facebook, ringrazia diverse persone: «In  primis me stessa per le sensazioni positive che sono riuscita a raggiungere, quindi i miei coach Salvatore Savio Loria e Cristian Verrecchia per il grande supporto e per averci creduto, insieme a me e tutto il Team Italia!  Infine un doveroso grazie alla nostra Federazione  per avermi permesso questa grande esperienza!».
Per questo appuntamento erano stati scelti in pochi, cinque in tutto, Silvia è stata la migliore con l'oro, seguita da Sara Cardin, bronzo nei 55 kg. Si era presentata con qualche dubbio dovuto alle non brillanti prestazioni nelle precedenti prove della Premier League è ai Campionati Europei Giovanili, tutto fugato con prove eccellenti.
«Non era facile imporsi – ha detto a Blunote – la gara era tosta, la mia pool difficile per la presenza dell'egiziana, dell'azera. Mi sono detta: vado lì, cerco di tirare come meglio posso, sperando di trarre il massimo, e ci sono riuscita. Anche nell’incontro vinto per hentai (decisione della giuria)  con la tunisina Mokhtar ho avuto io le redini del gioco».
Nel post su Facebook, Silvia ha voluto dedicare la medaglia d’oro alla nonna scomparsa quest'anno: «Era fiera di me, le piaceva la mia determinazione – spiega a Blunote – nel voler fare sport e  sacrificarmi. Mi sono privata della mia adolescenza per pensare soprattutto ad allenarmi, rinunciando alle abitudini dei miei coetanei, per inseguire il mio sogno. Mi ha sempre sostenuta in questo. Quando è scomparsa, mi sono ripromessa di dedicarle una medaglia. Ho sentito la sua presenza sul podio».

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