Le interviste di Blunote: A tu per tu con Lucio Rizzica
E' uno degli storici giornalisti sportivi del team Sky Sport. La sua duttilità nel commentare le varie discipline sportive lo annovera tra i telecronisti più apprezzati. Nell'intervista realizzata a Lucio Rizzica, abbiamo analizzato lo sport in generale soffermandoci sulla crisi che da quasu 20 anni attanaglia il calcio italiano.
- Ciao Lucio e benvenuto su blunote.it. Come ti spieghi che il calcio italiano abbia perso nettamente appeal nel corso degli ultimi 15 anni? Le grandi stelle del calcio mondiale sono ormai distribuite principalmente in Inghilterra e Spagna.
Tutto il calcio italiano ha affrontato (e ne sta forse uscendo solo ora) una evidente crisi di risultati internazionali che, unita a quella politica ed economica, ha un po’ spostato il centro di interesse verso paesi emergenti e investitori più ricchi (anche se l’ingresso in questo mercato pazzo di arabi e cinesi potrebbe persino rivelarsi un vero e proprio boomerang per il sistema, alla lunga). Tuttavia anche l’evidente divario economico-tecnico fra le squadre di prima fascia e quelle che arrivano dalla serie cadetta non aiuta a rendere appetibile la vetrina del nostro calcio. Urge una seria riforma che riporti il campionato di serie A a 16-18 squadre, tolga facili paracadute economici alle retrocesse (diventa altrimenti un business fare il pendolo) e concepisca un calcio di professionisti -con obbligo di dare spazio ai talenti italiani- circoscritto alla serie B (fosse pure dividendola in due gironi e con poles finali), creando un bacino di semiprofessionisti in un’ampia C e poi diluendo il resto in una organizzazione dilettantistica che tenga conto più dei bacini d’utenza che dei campanili. Obbligando i club a corrette gestioni dei bilanci e facilitando lo sviluppo dei settori giovanili, l’acquisizione e gestione di impianti più piccoli e più di servizio, maggiori comforts e sicurezza.
- Ritieni che l'avvento di arabi e cinesi abbia migliorato la qualità in termini tecnici e gestionali o ha stravolto totalmente l'equilibrio di questo sport?
Come già in parte detto nella risposta precedente, l’ingresso in questo mercato pazzo di arabi e cinesi potrebbe persino rivelarsi un vero e proprio boomerang per il sistema, alla lunga. Soldi facili, spesso spesi male. Con tutto il rispetto per i singoli calciatori, un attaccante sul viale del tramonto non può guadagnare 73mila euro all’ora e Pellè non sarà mai Pelè. Francamente rivedo in grande lo stesso tentativo fallimentare della NASL americana. La recente remuntada del Barcelona ha dimostrato (episodi a parte) che non basta a Parigi assemblare una squadra a suon di soldi per renderla invincibile.
- Taranto ha il privilegio di godere di una piazza passionale che a prescindere dalla categoria di appartenenza ha sempre sostenuto la propria squadra. Come ti spieghi che una città con un bacino d'utenza così importante non abbia mai militato nella massima serie?
A Taranto, come altrove, è questione di investimenti, programmazione e incidenza della piazza. Ovunque per costruire servono basi economiche certe, competenze, investimenti mirati e serenità per poter pianificare. Il tutto e subito raramente si verifica nel calcio. La triste storia della Chapecoense in Brasile insegna che quella squadra disintegrata da un incidente aereo in Colombia era stata assemblata nel tempo, piccoli passi di anno in anno, per poi salire di quattro categorie e arrivare a sognare. Taranto merita di più. Ma anche tempo per costruire. E ha un glorioso passato. Da ritrovare in fretta.
- Da esperto di motori, puoi darci un tuo giudizio sul martinese nonchè neo ferrarista Antonio Giovinazzi? Pensi che la scuderia di Maranello nella prossima stagione riuscirà a colmare il gap con la Mercedes?
Antonio GIovinazzi è un gran talento. Ha un gran piede e la fredda determinazione del veterano pur essendo giovanissimo. E’ già pronto per una F1 da pilota ufficiale. Mi auguro gli venga offerta presto la possibilità di dimostrarlo. La Ferrari di quest’anno, a giudicare dalle prime uscite, mi sembra promettere bene. Se avrà o meno colmato il gap dalla Mercedes è presto per dirlo, ma forse siamo davvero sulla buona strada stavolta.
- In una città come quella di Taranto afflitta da una serie innumerevole di problematiche, ritieni che lo sport in generale possa essere un veicolo importante per dare un futuro migliore alle nuove generazioni?
Lo sport è sempre un mezzo importante per incidere sul sociale e attraverso il quale lavorare per offrire speranze e sbocchi ai giovani. Ma deve essere innanzitutto una leva culturale, deve insegnare valori, princìpi e sudore. Meno chiacchiere da bar e più impegno, meno speculazioni e più coesione sono fondamentali.
- Roberta Vinci e Thomas Fabbiano due talenti del tennis mondiale orgoglio della città dei due mari. Non pensi che la federazione dovrebbe incentivare di più gli investimenti al sud per favorire la crescita di potenziali nuovi campioni?
I potenziali talenti sono ovunque, al Sud e al Nord e spesso i talenti veri vengono fuori a prescindere dagli investimenti, perché chi vale si costruisce le opportunità e chi ha testa le coglie anche altrove. Credo che tutto lo sport italiano vada profondamente rivisto e ristrutturato, ma anche che non si debba aspettare sempre la provvidenza o interventi dall’alto per fare qualcosa di buono e competitivo, costruire un modello delocalizzato e locale.
- Da telecronista navigato, ci dici quale sport ti esalta di più commentare? Nel salutarci ti ringrazio per la disponibilità e ti chiedo di fare un saluto ai lettori di blunote.it
I motori sono esaltanti se esiste la prova di forza del sorpasso, l’adrenalina del brivido che può dare un incidente, la premessa della lotta sul millesimo di secondo. Il calcio esalta nel momento di una bella giocata o di un’azione vincente. Gli sport di contatto appassionano per il confronto eterno fra ‘eroi’ e gladiatori. Tutto lo sport è appassionante se ti piace (e se con onestà non ti entusiasmi per mestiere: non tutti i tiri possono essere formidabili, straordinari, strepitosi). Io mi emoziono ancora per una stone determinante alla terza ora di curling. E credo che a modo loro anche i lettori di Blunote.it possano tutti indistintamente capirmi. E accogliere il mio saluto cordiale e affettuoso… In bocca al lupo Taranto…
Nella foto: Lucio Rizzica, giornalista e telecronista di Sky Sport