8 Marzo, il pensiero del papà di Federica De Luca e del G.S. Tempesta
La giornata della Festa dell'8 marzo deve essere utilizzata soprattutto per dar risonanza alla messa al bando di ogni forma di violenza nei confronti del cosiddetto 'gentil sesso'. Il Gruppo Sportivo Livio Tempesta Taranto rilancia questo messaggio attraverso le persone che conoscono questo male e che condividono la passione per la pallavolo.
Lo ha voluto fare tramite Enzo De Luca, padre di Federica. "Sono padre di una ragazza vittima di femminicidio e anche allenatore di volley. Questa battaglia è come un campionato, da giocare partita per partita. Come tale va salvata una donna alla volta per poterle salvare tutte. Inoltre un messaggio va a quelle mamme che crescono ragazzi e uomini che poi utilizzano la violenza per imporsi: non state crescendo veri uomini. Il giorno della Festa della Donna è sicuramente importante ma ogni giorno è quello giusto per poter affermare quelle libertà che ci concede la vita, proteggerle e rafforzarle per poter dire mai più violenza"
Al messaggio di Enzo De Luca, sottoscritto in toto da parte del presidente della Tempesta Taranto, Luigi Lucchese, si unisce anche il pensiero per tutte le donne della società rossoblù. "Mi piace cogliere l'occasione - afferma Lucchese - per dedicare un pensiero particolare alle donne della nostra Associazione; Angela, Gina, Carmen, Maria, Cristina, Daniela, tutte le nostre atlete e le loro mamme. Sono donne a 360 gradi, oggi, domani, il 18 maggio come il 24 ottobre ed il 4 dicembre. Ogni giorno dell'anno andrebbe dedicato a loro ma la nostra società maschilista tende a ricordarsene troppo poco spesso. Qualche giorno fa ho sentito parole che mai mi sarei aspettato nel mondo della pallavolo, un mondo fatto di donne, atlete, tecnici, dirigenti, arbitri. Ho sentito un maschio dire che la pallavolo maschile e femminile sono due sport diversi e che la pallavolo femminile non sia uno sport, per arrivare a dire che le donne non sono in grado di svolgere ruoli complessi, ruoli di potere, che un'allenatrice donna non potrebbe mai gestire un gruppo di uomini ed è per questo che non se ne vedono molte ad alto livello. Allo stesso tavolo ho visto donne lottare contro l'ignoranza ed il superficialismo di quel maschio non concedendogli quartiere, non arretrando di un passo ribattendo su ogni parola lottando, anche in quel piccolo, per i loro diritti e la loro emancipazione. Erano donne della pallavolo. Allora permettetemi di citare uno stupendo articolo pubblicato l'anno scorso su sporttrentino.it.
"Grazie alle donne della pallavolo perché anche se doloranti o messe male stringono sempre i denti e giocano, in qualunque categoria esse siano ed a qualunque latitudine e longitudine esse siano.
Grazie alle donne della pallavolo siano esse giocatrici, allenatrici, dirigenti, arbitri... - perché dopo una giornata intera di lavoro o studio o cura della famiglia a qualunque età vestono le ginocchiere e sono lì in mezzo a sudare.
Grazie alle donne della pallavolo perché anche se finiscono tardissimo allenamento poi tornano a casa e la mattina presto del giorno dopo sono già lì che accompagnano i propri bimbi a scuola.
Grazie alle donne della pallavolo perché se questo sport nel mondo ha l'eco e l'importanza che ha, non me ne vogliano i colleghi maschietti, lo dobbiamo alla marea di ragazze che ci giocano.
Grazie alle donne della pallavolo perché, per tante di loro, puoi essere giovane o meno giovane, puoi studiare o lavorare, puoi essere single o avere un compagno ed uno stuolo di figli... ma se ti innamori di questo sport, della vita dello spogliatoio e di tutto il resto, allora fate parecchi sacrifici a tutte le età per portare avanti questa passione.
Grazie alle donne che diventano mamme e che accompagnano e vengono a prendere le proprie bimbe o i propri bimbi a partite ed allenamenti, grazie per le domeniche mattine d'inverno passate a macinare chilometri per portate figli e figlie a giocare, grazie per aver fatto il corso da segnapunti o di arbitro associato così da permettere alla squadra del proprio bimbo o bimba di fare il campionato, grazie per i gelati e le pizze post partita al proprio figlio/a per festeggiare una vittoria o digerire una sconfitta.
Grazie per le figlie che giocano e che si rendono conto dei sacrifici che fanno mamma e papà per agevolarla in questa loro passione.
Grazie alle donne della pallavolo anche per rendere complicata la vita agli allenatori maschi, ironie a parte anche per gli stessi tecnici uomini vincere o far bene con un gruppo di ragazze ha un sapore diverso rispetto al maschile. Per questi e per tanti altri motivi, ragazze grazie... ma questo grazie lo dovete ricevere oggi come domani, come in tutti gli altri giorni dell'anno. Perché anche se siete "dolcemente complicate" (cit. Fiorella Mannoia, testo di Enrico Ruggeri) siete quanto di più bello un uomo possa avere sempre accanto a sé".