Il punto: Zelatore-tifosi, un amore mai sbocciato...
Tra poco meno di un mese il Taranto compirà 90 anni. In quasi un secolo ne abbiamo viste e sentite di ogni, passando da Sant'Antonio a Castellaneta, dalla promessa Champions alla realtà infernale della Serie D. Ma al peggio non c'è mai fine. Assurde e fuori luogo le minacce di Elisabetta Zelatore, presidente della squadra di calcio di proprietà della città. A fronte di una civilissima protesta che potrebbe culminare con la diserzione, di pochi o di tanti poco importa, il popolo rossoblu è costretto a subire l'ennesimo affronto: la minaccia di non iscrivere la squadra alla stagione 2018/19. Zelatore si pente di aver preso il Taranto e del ripescaggio in Lega Pro assestando l'ennesimo schiaffo a una piazza nuovamente tradita. Delle due l'una: molto meglio essere considerato un idiota da tastiera, un falso tifoso o una persona vendicativa che tace di fronte a questa ennesima caduta di stile di una società incapace di accettare critiche, di fare sport e business. Per chi non lo avesse ancora capito, non è e non sarà mai una questione di direttore sportivo, allenatore o calciatori, problema reale è rappresentato dai massimi dirigenti della Taranto FC. Troppo facile scaricare le colpe sugli altri. Chi deciderà di disertare o chi avrà voglia di andare allo stadio dovrà pretendere un rispetto per la storia del club. che l'attuale proprietà ha dimostrato di non avere. Circondarsi di tanti obbedienti soldatini soddisfa nell'immediato. ma nel lungo periodo porta allo sfacelo che stiamo vivendo. La dignità del tifoso, la fede, i sacrifici non meritano simili affermazioni. Un'eventuale non iscrizione a un campionato sarà solo e soltanto un suo fallimento. E poi, un umile consiglio: diffidi di chi lecca non di chi morde...".
Di Goffredo Trombetta