Il Museo della birra: progetto in costruzione a Taranto...?
DI MARIA PASTORELLI
Potrebbe sorgere a Taranto il primo Museo Nazionale della birra. L’iniziativa è dell’associazione Mondo Birra, una delle prime associazioni che sul piano nazionale si occupa di diffondere la cultura brassicola. L’idea di realizzare, a Taranto, un Museo Nazionale sulla storia della birra, nasce appunto dalla costatazione che in Italia, nonostante la sempre più crescente cultura birraria, manca di un centro del genere. Ad eccezione di alcune mostre permanenti auto referenziali legate all’industria, (vedi il museo della Peroni), in Italia manca un luogo magico che voglia raccogliere la storia e la vita della birra in tutta la sua genialità e creatività. In Italia manca un museo che racconti il prodotto birra passando attraverso le varie epoche, dall’Egitto, all’antica Grecia, ai tempi nostri. Allora perché non creare un Museo Nazionale sulla storia della Birra nella nostra città che tanto ama questo prodotto e che storicamente si è caratterizzata per un esclusiva produzione birraria?
“Un museo, per raccontare il percorso di una bevanda la cui cultura è in forte ascesa - ha commentato l’ing. Piero Conversano, presidente onorario dell’associazione MondoBirra - la produzione e il consumo di birra nella storia tra passato e presente. Artigianale, ambrata, cruda, per accompagnare cibi genuini e pregiati: il tema della birra nella storia antica, verrà affrontato in maniera leggera e ironica, per coinvolgere il pubblico con documenti originali e la presentazione di immagini che partono dalla nascita della bevanda e arrivano fino ai giorni nostri, con l'obiettivo di creare curiosità, affascinare e coinvolgere attraverso una narrazione estrosa e inusuale”.
“Lo faremo recuperando e restaurando i macchinari originari del 1800, gli utensili d’officina, gli attrezzi degli antichi bottai, le bottiglie, i boccali, le illustrazioni, le fotografie patinate di tempo, ma anche i libri commerciali e le immagini pubblicitarie, creando un breve percorso, corredato da pannelli illustrativi e didascalici, che vorrà unire, storia e didattica, diventando non museo nel senso di raccolta di reperti - ha concluso l’ing. Conversano - ma testimonianza di vitale attualità.
Il Museo si articolerà in tre sezioni: attraverso oggetti, arredi, materiali di confezionamento e promozionali, filmati d’epoca, fotografie, utensili, mezzi di trasporto, manifesti e antichi macchinari, il percorso espositivo permette di ricostruire le tappe salienti del processo produttivo e della comunicazione pubblicitaria brassicola italiana. Nella prima sezione del Museo Nazionale si parlerà della storia della produzione brassicola italiana completata poi da una esperienza olfattiva e tattile, a conferma della naturalità del prodotto. Nella seconda sezione l’evoluzione del packaging e del materiale promozionale illustrano la storia commerciale, mentre la comunicazione è affidata alle immagini della terza sezione, che dalle prime campagne pubblicitarie degli anni Venti del Novecento approdano alla “Bionda” degli anni Sessanta, icona della storia italiana.
Sarà una specie di Archivio Storico della birra con documentazione, costituita da fascicoli e registri, scatti fotografici d’epoca, oggettistica, packaging e materiale pubblicitario.
Il Museo Nazionale della birra sarà anche un punto di riferimento per tutti i collezionisti che attraverso l’Associazione “MondoBirra” vorranno rendere fruibile le loro collezioni attraverso un comodato l’uso temporaneo. Inoltre il Museo ospiterà un premio annuale riservato ai giovani artisti che vorranno realizzare delle opere sui temi birrari.“Un occhio particolare sarà rivolto alla formazione professionale - ha aggiunto Espedito Alfarano giornalista e Direttore dell’Associazione MondoBirra - gestire con successo un locale significa conoscere le logiche organizzative. Però non tutti hanno queste conoscenze e il boom di pub e birrerie “apri e chiudi” spesso improvvisando la gestione ne è la dimostrazione. Non esiste una consolidata realtà che si occupi della formazione a livello universitario, a parte il Cerv dell’Università di Perugia inserito nel corso di studi di scienze della nutrizione. Il valore nascosto di chi fa artigianato e auto imprenditorialità sul quale insistere è accrescere la cultura di mettersi in rete e confrontarsi senza considerarla una genialità senza pecche, cosa molto comune oltre che fattore distruttivo di ogni slancio delle idee nel suo percorso verso obiettivi e concretizzazione.
Le grandi case birricole sono interessate al progetto, al quale contribuirebbero con propri “cimeli” (serie storica di bottiglie, boccali, etichette, macchinari, cartellonistica, oggettistica) ed anche con quote di finanziamento. Il Museo necessita però di una sede, di almeno 400/500 metri quadri: sono stati avviati contatti con le amministrazioni locali, a partire dal Comune di Taranto, ma pensiamo anche a Martina Franca e Grottaglie. Perché è chiaro che solo una sinergia pubblico/privato può portare alla realizzazione dell’ambiziosa ma realistica iniziativa.
In tutto questo, bisogna fare presto: perché, se si avviasse subito il progetto, si tratterebbe del primo Museo Nazionale della Birra. Con ovvie ricadute di interesse turistico e culturale, ma anche di interessamento e partecipazione delle grandi multinazionali della birra: al fine di puntare sul turismo è indispensabile creare e promuovere iniziative del genere”.