Sociale: Anna Briganti, ‘Il carcere di Taranto è sovraffollato’
L’esponente del Partito Radicale ionico: ‘Sono presenti 632 detenuti in pianta stabile a fronte di 306 posti di capienza’
Sette lunghe ore per visitare e parlare con la totalità della popolazione carceraria, cella per cella, gli agenti della polizia penitenziaria e la direzione. Popolazione carceraria la chiamava Marco Pannella, una comunità che per poter sopravvivere deve essere in equilibrio. Nel carcere di Taranto sono presenti 632 detenuti in pianta stabile a fronte di 306 posti di capienza regolamentare, più del doppio tanto da costringere la direzione, obbligata dall'ordinamento penitenziario ad accogliere tutti i detenuti che le vengono destinati, ad utilizzare anche le celle destinate all'isolamento. Gli agenti di polizia penitenziaria in servizio sono 254 a fronte di 274 da pianta organica. Ciò comporta, ci dicono agenti e detenuti, la presenza allarmante di un solo agente per piano, 3 sezioni, dalle ore 16 fino a cambio turno. Tanti gli sguardi incrociati, tante le storie ascoltate, storie di routine, di rassegnazione ad una quotidianità dove gli spazi per esprimere la propria libertà individuale sono praticamente nulli. Spazi destinati alla socialità praticamente assenti, si pensi che dove una volta c'era il campo di calcio, ora è il cantiere per la costruzioni di un'altra struttura detentiva. Celle umide, fatiscenti, che si allagano quando piove con vistose infiltrazioni d'acqua dalle pareti, mancanza di acqua calda nei bagni e docce comuni dove l'acqua a volte non è sufficiente tant'è che la domenica non è consentito lavarsi. L'istituto penitenziario vanta un ampio ventaglio di corsi di istruzione: dall'alfabetizzazione a ben 5 istituti professionali ma visitando le aule, praticamente vuote, ci si rende conto che ben pochi dei 632 detenuti hanno la possibilità di accedere a quei corsi. Stessa situazione per il numero dei detenuti lavoratori che lo scorso anno è stato dimezzato a seguito di riduzione dei fondi destinati dal Ministero e a cui è stato dimezzato anche il numero delle ore di lavoro giornaliero passando da 6 ad appena 3. Insomma la funzione di rieducazione sancita dall'art. 27 della nostra carta Costituzionale è molto difficile da applicare. Vani risultano gli sforzi fatti da direzione e agenti per il rispetto dell'ordinamento del sistema carcerario e della costituzione poiché in tutto ciò risulta assente completamente la magistratura di sorveglianza che non conosce i detenuti, non ascolta il parere della direzione e degli educatori e che risulta avere un atteggiamento esclusivamente giustizialista. Pochissimi infatti i permessi premio anche per Natale e moltissime le istanze rigettate se non addirittura ignorate. Viene meno infatti il vero scopo della detenzione che non è esclusivamente punitivo ma rieducativo e risocializzante e che ha come obiettivo quello di ridurre drasticamente la reiterazione dei reati. Questa situazione, oltre a pesare gravemente sulle tasche degli italiani che si vedono sanzionati ogni anno dalla comunità europea per situazioni non conformi ai diritti umani e per l'insostenibile durata dei processi, mette anche a rischio la sicurezza, tema tanto abusato in questo periodo, degli italiani stessi. Per questo, il Partito Radicale ha intenzione di organizzare a breve, una manifestazione nonviolenta davanti agli uffici della magistratura di sorveglianza di Taranto, coinvolgendo le famiglie dei detenuti e tutta la cittadinanza.
Anna Briganti / Partito Radicale - Taranto