Teatro: ’Mi chiamo Felice: storia d’amore in zona di guerra’
All’Auditorium Tarentum, la guerra raccontata con lettere d’amore, canzoni e video
Il 22 febbraio, alle 20.30, presso l'Auditorium Tarentum a Taranto, verrà rappresentato lo spettacolo "MI CHIAMO FELICE: STORIA D'AMORE IN ZONA DI GUERRA" di Leo Tenneriello, prodotto dall'Auditorium Tarentum con la direzione artistica di Riccardo Rossano, regia di Ciro Lupo, voci recitanti degli attori Anna Colautti, Gianni Filannino e Francesca Passantino. Esecuzione ed adattamento dei brani musicali a cura di Leo Tenneriello, scrittore e musicista.
Lo spettacolo si colloca nell'ambito delle manifestazioni commemorative del centenario della fine della prima guerra mondiale, e vuole esserne originale testimonianza, mediante un racconto epistolare di voci recitanti che narrano di emozioni, sentimenti e vita quotidiana, tra canzoni, anche contemporanee, sul tema della guerra, e proiezioni di video, foto, ologrammi.
Ispirato a storie vere rimaneggiate dalla fantasia dell'autore, lo spettacolo mette in scena la vita e l'amore di Felice, un semplice maestro di un piccolo villaggio della provincia italiana, attraverso le lettere che invia a sua moglie e a sua madre dal fronte, tra canzoni, eseguite dal vivo, voce e chitarra.
L'amore e la tenerezza sono le armi messe in campo dai militari in trincea per combattere l'inumanità che spadroneggia fuori dai loro cuori. Protagonista dello spettacolo è la parola, scritta e narrata. La Grande Guerra ha rappresentato per molti soldati, oltre al battesimo di fuoco, anche il battesimo della penna. Scrivere per non morire. La grande quantità di lettere da e per il fronte è il segno di quanto fosse urgente la necessità di scrivere e ricevere posta. Prendere la matita in mano rappresentava l'occasione di affermare il proprio essere vivi, di tranquillizzare i propri cari, ma serviva anche per allontanare temporaneamente e virtualmente i militari dalle crudeltà della guerra, offrendo loro un riparo negli amori familiari, nei sapori della vita del paese natio. Raccontare per resistere. I racconti di Felice parlano da soli e parlano un linguaggio genuino e chiaro.