Sequestrato uno stabilimento balneare da Guardia Costiera e Carabinieri
Un'area di 1200 mq abusivamente occupata
Una complessa operazione di polizia demaniale e ambientale è stata condotta in località “Riva dei Tessali” del comune di Castellaneta e in parte su territorio di competenza del comune di Ginosa, presso un noto stabilimento balneare della zona, congiuntamente da personale del Nucleo difesa mare della Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Taranto, personale del Nucleo Tutela Biodiversità dei Carabinieri forestali di Ginosa e dell’ ASL di Massafra.
Uno scenario davvero incredibile quello accertato dal personale procedente, con oltre 1200 mq. di pubblico demanio marittimo abusivamente occupato con area pavimentata, locali doccia, chioschi adibiti a bar e cucina asservita ad area ristorazione, anch’essa completamente abusiva anche da un punto di vista igienico sanitario, posa di ombrelloni, panche tavoli e sedie, con accertato sbancamento del cordone dunale ivi esistente, ed occupazione di ulteriori 50 mq. di retrostante area boschiva occupata illegalmente con due container adibiti a servizi igienici e deposito acqua, con presenza di un pozzo artesiano profondo nove metri, di una vasca imhoff, anch’essa abusiva e con sversamento diretto nel terreno di tutti i reflui tanto da realizzare una vera e propria cloaca a cielo aperto, per come accertato dal personale procedente nel corso delle verifiche.
La condotta illegale veniva posta in essere in spregio delle pertinenti norme edilizie, paesaggistiche, ambientali oltre che di tutela del pubblico demanio marittimo, essendo l’area in questione sottoposta a vincoli: edilizi, paesaggistico/ambientali, idrogeologici, oltre ad essere individuata come area S.I.C. (sito interesse comunitario).
Tutta l’area abusivamente occupata è stata sequestrata penalmente e l’autore delle violazioni è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per le pertinenti ipotesi di reato che vanno dalla abusiva occupazione di demanio marittimo, violazione di norme edilizie e paesaggistiche, sino all’inquinamento ambientale e disastro ambientale, dovuto allo sbancamento del cordone dunale oltre che allo sversamento diretto nel terreno di tutti i reflui prodotti dall’attività commerciale.
Al responsabile delle violazioni è stato intimato l’immediato sgombero delle aree abusivamente occupate di facile rimozione, per una superficie pari a circa 750 mq di pubblico demanio marittimo, al fine di restituire le stesse immediatamente alla libera fruizione.