TWE 2023: LILA in campo per la Testing Week e per ‘Yes Self Test’
La settimana europea dei test per HIV, Epatiti e IST (Infezioni Sessualmente Trasmissibili)
Torna dal 20 al 27 novembre la TWE, European Testing Week 2023, la Settimana Europea dei Test per HIV, Epatiti e IST (Infezioni Sessualmente Trasmissibili). Promossa da EuroTEST, la TWE si svolge ogni sei mesi, in primavera e in autunno, mobilitando, in un grande sforzo unitario, centinaia di realtà in oltre cinquanta paesi della regione europea dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità. In dieci anni le organizzazioni partecipanti sono state oltre settecento, tra istituzioni sanitarie pubbliche e private, community e ONG. Testare, Trattare, Prevenire: “Test, Treat, Prevent”, è lo slogan storico della TWE.
Obiettivi di questa grande mobilitazione di salute pubblica, una delle più importanti a livello planetario, sono:
- Sensibilizzare la popolazione sugli enormi vantaggi delle diagnosi precoci
- Incoraggiare le persone a sottoporsi ai test per conoscere il proprio stato di salute e renderle consapevoli, eventualmente, dei percorsi di cura da affrontare
- Moltiplicare l’offerta di test anonimi e gratuiti in tutte le modalità e in tutti i contesti, così da agevolarne l’accesso a fasce di popolazione più ampie possibile
- Creare occasioni di informazione e, dunque, di prevenzione
- Premere sulle istituzioni sanitarie affinché moltiplichino le opportunità di test, eliminando tutte le barriere che possono ostacolarne la fruizione (prescrizioni, richiesta di documenti, mancanza di privacy e anonimato, timori legati allo stigma, orari scomodi ecc)
- Fare pressione sui decisori politici affinché si impegnino a fornire servizi integrati per la diagnosi precoce di queste infezioni, spesso tra loro concomitanti
- Differenziare le opportunità di test e valorizzare i servizi di testing in contesti non sanitari come quelli forniti da ONG e communities. Tali servizi sono in grado, infatti, di raggiungere target che non si rivolgerebbero a strutture più tradizionali
- Far emergere il sommerso e contrastare il dannoso fenomeno delle diagnosi tardive
La LILA parteciperà anche a questa edizione della TWE rafforzando l’offerta dei propri servizi di testing, attivi, comunque, tutto l’anno. Le nostre sedi offriranno test rapidi, anonimi e gratuiti, salivari o capillari, per HIV, HCV e sifilide in otto città: Bari, Cagliari, Como, Firenze, Livorno, Milano, Torino e Trento, per un totale di ventuno date con ottanta ore di apertura straordinaria.
Qui tutte le informazioni su date e luoghi
A coloro che si rivolgeranno al nostro servizio, saranno proposti colloqui informativi e counselling pre e post test. In caso di esito reattivo le persone saranno sostenute e accompagnate nell’accesso ai servizi pubblici per gli eventuali esami di conferma e per l’accesso alle terapie.
E dal 27 novembre al 3 dicembre: “Yes Self Test”
L’impegno della LILA per la promozione del test proseguirà anche nella settimana a cavallo del primo dicembre, Giornata Mondiale per la lotta all’AIDS, con la seconda edizione dell’iniziativa “Yes Self Test”.
Dal 27 novembre al 3 dicembre nove sedi LILA saranno nelle piazze, nei territori, nei luoghi d’incontro per offrire un kit gratuito di “HIV self-test OraQuick”, autotest rapido acquistabile in farmacia. Obiettivo dell’iniziativa è promuovere anche questa opportunità di diagnosi. Ventidue sono le date programmate per un totale di 122 ore di iniziative straordinarie.
Yes Self Test è reso possibile dal supporto di OraSure Technologies Inc e di Alliance Healthcare Italia, il distributore dell’HIV Self test OraQuick in Italia, che forniranno gratuitamente 1.500 confezioni di OraQuick.
Temi e dati; U=U, impossibile sbagliare
La TWE contribuisce al raggiungimento degli Obiettivi ONU 2030 (SDGs) per la sconfitta, entro il decennio, dell’AIDS, delle epatiti virali e di altre epocali patologie. L’HIV, l'epatite B (HBV), l'epatite C (HCV) e le IST, spesso tra loro sovrapposte e concomitanti, con vie di trasmissione comuni, costituiscono, tutt’ora, un cruciale problema di salute pubblica e, se non trattate, possono avere conseguenze molto gravi per la nostra salute. Nella regione Europea dell’OMS, troppo spesso, queste infezioni sono diagnosticate in forte ritardo, quando hanno già causato danni significativi alle persone che le hanno contratte. Le diagnosi tardive aumentano, inoltre, le possibilità di trasmissione inconsapevole di queste infezioni.
Per essere in linea con gli SDGs, l’ONU prescrive delle tappe intermedie. Una delle più urgenti, per quanto riguarda l’HIV/AIDS è riassunta nella formula: “95-95-95” e prevede che, entro il 2025, il 95% delle persone con HIV sia reso consapevole del proprio stato sierologico, che questo 95% abbia accesso alle terapie Antiretrovirali (ART) e che questa stessa quota di persone raggiunga, sempre entro il 2025, la soppressione virologica, condizione clinica che, proprio grazie alle terapie, preserva al meglio la salute delle persone con HIV e rende il virus non trasmissibile (U=U, Undetectable equals Untrasmittable).
Questa straordinaria evidenza scientifica è ancora poco conosciuta e poco comunicata. Per questo, lo scorso settembre dieci associazioni attive nella risposta all’HIV hanno lanciato un’ importante campagna informativa: “U=U, impossibile sbagliare", il cui obiettivo è far conoscere alle persone i vantaggi di una diagnosi precoce dell’HIV per la propria salute e per i propri progetti di vita. U=U è inoltre un potente messaggio contro lo stigma che continua a pesare sulle persone con HIV.
Nella Regione Europea dell’OMS (che comprende anche paesi dell’Asia centrale), si stima vivano circa tre milioni di persone con HIV ma, tra loro, solo l’83% è consapevole del proprio stato sierologico (Dati OMS- ECDC).
Le diagnosi tardive annuali sono, inoltre, più della metà del totale; in Italia, da alcuni anni oltre il 60% di chi ha ricevuto per la prima volta la diagnosi di HIV, era già in AIDS o alle soglie di questa condizione, dunque in una fase molto, troppo, avanzata dell’infezione (numero di anticorpi CD4 inferiore a 350 cell/μL).
Si tratta di una situazione inaccettabile alla luce delle opportunità terapeutiche disponibili.
Per quanto riguarda le epatiti virali, nella Regione europea OMS vivono circa 14 milioni di persone con epatite B e 12 milioni con epatite C (Dati OMS). Gran parte di queste infezioni, prima causa di cirrosi e cancro epatico, rimane però, purtroppo ampiamente non diagnosticata e/o non trattata. Eppure le cure disponibili permettono una gestione efficace dell'epatite B, per la quale esiste anche un vaccino preventivo, mentre per l’epatite C esistono addirittura terapie in grado di guarirla completamente.
Discorso analogo riguarda le IST, in forte rialzo in tutta la regione europea. In Italia, le segnalazioni di IST sono in crescita da diversi anni: nel 2021 sono state 5.761, il 18% in più rispetto all’anno precedente (Dati COA).