Rimborsopoli: Piarulli (M5S), ‘Elettori intelligenti, nostro consenso in crescita’
DI PAOLO ARRIVO Tiene banco il caso “Rimborsopoli”. Lentamente si sgonfia, nel pieno della campagna elettorale, quando mancano due settimane al voto.
Sulla vicenda interviene Angela Bruna Piarulli, figura di spicco del Movimento cinque stelle, in corsa per il Senato della Repubblica nel collegio uninominale Puglia 2. A Blunote la coratina direttrice del carcere di Trani spiega la sua posizione rivendicando i risultati di chi fa della lotta alla casta e ai privilegi il proprio cavallo di battaglia.
“Ribadisco quanto espresso nei giorni scorsi: al netto delle polemiche, l'unico dato incontrovertibile è che il Movimento cinque stelle ha donato 23 milioni di euro per il microcredito. Per finanziare migliaia di piccole medie imprese”. Le critiche sono respinte al mittente. A chi, non ponendosi affatto la questione rimborsi, ovvero respingendola, non avrebbe titolo per lamentarsi ed assumere toni censori: “Se abbiamo raggiunto i 23 milioni di euro, cifra che sarebbe potuta crescere enormemente, se l'iniziativa fosse condivisa trasversalmente, il merito è dei nostri parlamentari che hanno scelto di dimezzarsi lo stipendio e di restituire parte dei rimborsi. Una misura necessaria in mancanza di una norma che preveda questo: la proposta legislativa del Movimento 5 Stelle giace in Parlamento, mai approvata dalla maggioranza”.
Se non si può parlare di truffa vera e propria, di rimborsopoli come uso privato di denaro pubblico, la condanna è unanime, fuori e dentro il Movimento fondato da Grillo e Casaleggio. Non mantenere le promesse, gli impegni presi con gli elettori è ladrocinio più o meno grave di chi intasca mazzette. Ma le mele marce, si sa, sono ovunque... “So che chi viola gli obblighi giuridici viola anche gli obblighi morali, e non viceversa – commenta l'attivista della legalità, a capo di istituti penitenziari da ventiquattro anni - comunque non viene meno l'ideologia del Movimento, la sua integrità, considerato che Di Maio, il nostro candidato premier, ha adottato dei provvedimenti nei confronti dei colpevoli. Altro non posso dire io che, come dirigente di un'amministrazione pubblica, rispetto le norme ed il codice deontologico”. La vicenda, che sta avendo fin troppa visibilità (“i problemi irrisolti sono altri, come quelli persistenti nelle zone terremotate”), potrebbe indebolire la credibilità dei pentastellati. O magari rafforzarla, in vista delle elezioni politiche. Ormai imminenti.
“Penso che gli elettori capiscano la differenza e il peso di ogni singolo caso: hanno intelligenza, capacità di discernimento. Dagli ultimi sondaggi, come quello del Sole 24 ore nel Mezzogiorno, sembra prevalere proprio il Movimento cinque stelle”. Dieci furbetti, forse più (grazie all'inchiesta de Le Iene il numero salirebbe a 14), i maestri dei bonifici taroccati non sono la totalità dei parlamentari. Uomini soggetti alla tentazione, come tutti gli altri, da sorvegliare e da punire quando antepongono gli interessi particolari al bene del Paese.