Emergenza infermieri: in alcune università, più posti che candidati
OPI Taranto: ‘Necessari interventi di sistema per rendere attrattiva la professione’
Nei prossimi anni assisteremo ad una vera e propria emergenza infermieri se non si interviene sin da subito con misure strutturali e di sistema che rendano attrattiva la professione infermieristica. È questo il grido d’allarme che il presidente dell’Ordine delle Professioni infermieristiche di Taranto, dott. Pierpaolo Volpe, lancia al mondo della politica e sul quale occorre riflettere.
Pure quest’anno si è registrato un calo generale degli iscritti ai test d’ingresso delle professioni sanitarie, anche al corso di laurea in Infermieristica. Eclatante il caso di Genova dove le 448 richieste di aspiranti infermieri non bastano per coprire i 460 posti messi a bando.
Per il presidente dott. Pierpaolo Volpe “è un problema di attrattività della professione infermieristica dovuto soprattutto ai livelli retributivi che sono tra i più bassi d’Europa, ai forti limiti legati posti dalle Regioni all’accesso alla libera professione principalmente nel settore pubblico, nonostante i timidi interventi normativi del Governo posti in essere con l’abolizione temporanea del vincolo di esclusività“.
Il presidente Volpe approfondisce la questione senza troppi giri di parole. “Non possiamo non nascondere come l’attrattività della professione sia minata fortemente nel settore privato e soprattutto nel terzo settore, dove vi sono pochissimi sbocchi professionali e livelli retributivi inadeguati per un professionista sanitario. Nelle RSA le possibilità di carriera sono quasi nulle in quanto il sistema contrattuale non consente la valorizzazione di competenze specialistiche e quindi a lungo termine i giovani professionisti tendono a scegliere il settore pubblico dove, anche se con forti limiti soprattutto nelle Regioni del Sud, vi è sicuramente un sistema maggiormente premiante e valorizzante. Di questo passo avremo strutture pubbliche e private prive di infermieri e medici determinando il collasso della sanità”.
Poi Volpe proietta lo sguardo al futuro. “Tra qualche anno sarà pronto l’Ospedale San Cataldo tra proclami e forti aspettative, ma ci siamo chiesti con quali infermieri copriremo i circa 750 posti previsti? E soprattutto con quali risorse economiche si farà fronte al nuovo piano del fabbisogno considerando che già oggi abbiamo difficoltà ad assumere un infermiere o un operatore socio sanitario?
Già la condizione attuale ci consegna un Ospedale SS Annunziata carente di infermieri e operatori socio sanitari, non immagino cosa saremo costretti a vivere nei prossimi anni quando sarà pronto il mega Ospedale San Cataldo. Soprattutto in un momento storico in cui tra l’implementazione dell’assistenza di prossimità e delle cure primarie e quindi l’impiego di risorse economiche ed umane per le Case di Comunità, gli Ospedali di Comunità e gli Infermieri di Famiglia e di Comunità, i pensionamenti e la carenza di infermieri avremo una difficile situazione da gestire se non si interviene oggi con azioni organiche”.
La svolta non è impossibile a patto che dice ancora il presidente Volpe ”si renda la professione infermieristica attrattiva a tutti i livelli, allineando le retribuzioni a quelle europee, garantendo una modifica del percorso universitario, introducendo la laurea magistrale ad indirizzo clinico parallelamente a quella attualmente in essere ad indirizzo manageriale e introducendo sistemi di valorizzazione delle competenze e percorsi di studi acquisiti. Il mondo della Sanità privata e soprattutto del Terzo settore dove le retribuzioni sono pari o addirittura inferiori a quelle di un operaio, devono prendere coscienza di questo e intervenire subito per non rischiare di trovarsi senza infermieri nei prossimi anni. È indispensabile creare una sinergia tra Ordine, tecnici e politica per programmare saggiamente la sanità di domani”.