Taranto: Scoperto giro di prostituzione, 6 arresti
Operazione ‘Melody’ della Polizia di Stato
Nelle prime ore di giovedì 20 maggio, gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Taranto hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di sei persone, di cui una donna, ritenuti responsabili a vario titolo di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di cittadine straniere di nazionalità colombiana e dell’Est Europa, nonché di un cittadino brasiliano. La lunga attività investigativa ha consentito di raccogliere rilevanti elementi indiziari al fine di delineare la struttura dell’organizzazione e i compiti di ognuno dei cinque uomini appartenenti al sodalizio criminale, dei quali quattro con pregiudizi penali. Lo spunto per le indagini che hanno messo in luce l’articolata organizzazione dedita allo sfruttamento di giovani ragazze sudamericane e provenienti da paesi dell’Est Europa, è stata la scoperta dalla Polizia di Stato nel mese di giugno 2020 di un appartamento a “luci rosse” laddove una donna di nazionalità colombiana era in compagnia di un cliente. La locazione dell’appartamento, posto sotto sequestro, era riconducibile a una sua connazionale la quale aveva ceduto il locale per esercitarvi la prostituzione dietro il pagamento di una quota di affitto e che, nel pubblicare gli annunci su internet, si faceva chiamare “Melody”. Uno degli indagati aveva messo anche a disposizione tre appartamenti siti nel capoluogo jonico per ospitare le donne, riscuotendo da loro la somma di 350 euro settimanali. Lo stesso si occupava anche dei lavori di manutenzione, della preparazione e della gestione degli appartamenti, provvedendo anche ad acquistare il materiale necessario per l’attività di prostituzione, dando suggerimenti alle donne in ordine alle modalità con le quali esercitare. Il trasporto delle donne da un appartamento all’altro, la gestione delle case d’appuntamento e delle loro ospiti, la pubblicazione degli annunci pubblicati sui siti internet dedicati, fino alla riscossione degli affitti dalle donne, erano di competenza di un altro componente il quale le curava in maniera autonoma e ben collaudata. I componenti dell’organizzazione, per nulla intimoriti dalla scoperta e dal conseguente sequestro di due loro “case a luci rosse” da parte della Squadra Mobile, hanno continuato imperterriti la loro illecita attività, fornendo alle ragazze precise indicazioni sui comportamenti da adottare per sottrarsi ai controlli di polizia, eliminando successivamente anche gli diversi annunci pubblicati on line. Le indagini hanno poi accertato anche il coinvolgimento di una donna tarantina, che gestiva un centro massaggi nel capoluogo e sfruttava l’attività delle giovani prostitute con guadagni che variavano dagli 80 ai 120 Euro a seconda della durata della prestazione. (CS)