Taranto: Caro Massimo, è il momento di tirare le somme...
Lettera aperta di Vittorio Galigani al presidente Giove
Caro Massimo,
è giunto il momento di tirare le somme. Un campionato che ha riservato più ombre che luci. Un quarto posto anemico. Insignificante a tutti gli effetti di classifica e di prospettiva. Il tentativo, puerile, di far credere ai tifosi ed agli appassionati, che la vittoria dei play off avrebbe potuto spalancare, al Taranto, le porte della serie C. Ma quando mai!
Perché giocare sulle parole e sulla passione dei tifosi. Si sapeva di non poter percorrere la strada del ripescaggio (al di la della disponibilità, nella quale desidero non addentrarmi, solo perché lo vietano i regolamenti). Oppure illudere la gente che il Taranto avrebbe potuto puntare su di una ipotetica “riammissione” a costo zero. Non ti rende merito.
Il tifoso è stanco di sentirsi raggirato dal presidente di turno, caro Massimo. Correggi il tiro, evita di essere considerato alla stregua dei D’Addario e di chi ti ha passato il testimone. Il tifoso, per seguirti, per supportarti desidera trasparenza. Chiarezza. Rispetto per i suoi ideali. Per quella maglia. Invece i tuoi frequenti “stati” di riflessione addensano sul club nubi sempre più grigie.
Nel calcio non si sa quello che non si fa. Gli atti, i gesti, i tuoi passi, da presidente del Taranto, vengono seguiti con attenzione maniacale. Taranto vive di pane e calcio. E’ sempre stato così. Tu stesso ne sei una espressione. Le indiscrezioni sono all’ordine del giorno. Alle volte sbagliano, ma spesso ci indovinano. Le visite, in compagnia del “tuo” fido Montella alla ricerca (vana) di soci non passano inosservate. Sollevano soltanto preoccupazione.
La sensazione è che in società non abbiate una visione reale della situazione economica del territorio. Dell’attuale valore commerciale (mediocre) del marchio Taranto calcio. Le recenti gestioni (pessime) hanno fatto si che il brand sia scaduto nella scala dei valori finanziari. Gli sponsor latitano. Marketing e pubblicità offrono risorse limitate.
La poca chiarezza del progetto, il ritardo accusato nell’assolvere ad alcuni adempimenti finanziari e quella ripetuta ricerca di “compagni” di viaggio “esporta” un messaggio niente affatto rassicurante. Usate la comunicazione, tu e Montella, in modo improprio. Attenzione perché il tempo è galantuomo ed insegna che la verità non è mai bifronte.
Voglio esporti degli esempi. Partendo dalla richiesta fatta ai tifosi dei 4 mila abbonamenti. A fronte di che? Dov’è il piano industriale che prevede investimenti tali da convincere gli appassionati a sorreggervi? La cittadella dello sport. In che sito, con quale progetto, in quanto tempo. Con quali investimenti. Frasi in libertà, di Montella, degne al momento di nessuna considerazione. Tu, in conferenza stampa, non ti sei mai accreditato. Sono passati mesi. Mi auspico che la presente possa servirti da stimolo.
Le tue mosse, proiettate sul futuro immediato, “tradiscono” preoccupazione. Evidentemente ti sei reso conto che corri il rischio di impantanarti in un’avventura pericolosa. Ne avevamo parlato. Ti avevo sconsigliato. Non mi hai voluto ascoltare. Nessuno possiede la bacchetta magica. Fare calcio a Taranto è diventato veramente difficile.
Taranto vive il periodo storico più difficile, dal punto di vista economico. Un successo nel calcio, per l’importanza che gli si attribuisce in città, varrebbe come uno scatto d’orgoglio. Il primo segnale nel tentativo di uscire dalla crisi. Tu sei in grado di garantirlo? Presentati. Diventerai l’icona del territorio.
Crea la struttura più idonea. Dimostra, carte alla mano, i tuoi intendimenti. Fai pulizia nelle poste passive di bilancio. Circondati di professionisti (sino ad oggi hai soltanto parlato e promesso ruoli a mezzo mondo). Non è vero che i regolamenti ti vietano, sino al 30 giugno, di mettere sotto contratto Cazzarò.
Dicevamo? Nel calcio non si sa quello che non si fa. È proprio vero Massimo. Da tempo hai promesso ai tarantini che il prossimo sarà il campionato della svolta. Si giocherà soltanto per la vittoria. Per la promozione in serie C. Ne sei proprio convinto? Bene. E’ quello che tutti si aspettano da te. Dimostralo. I progetti del calcio si realizzano in questo periodo.
Hai invece delle incertezze? Mancano i mezzi (mi auguro di no)? Sei “obbligato” a ridimensionare i programmi? Non si riescono (ipotesi più che accreditabile) a ripianare le perdite? I pochi partner che ti affiancano non garantiscono l’impegno economico? Il Taranto è diventato un fardello impossibile da sostenere? Rendi partecipe la città, avrai il rispetto di tutti. Valuta con avvedutezza, in quel caso, se è opportuno o meno continuare. Con una inevitabile riflessione. I debiti in capo al club non traggono origine dalla tua gestione, portare i libri in tribunale non sarebbe la peggiore delle soluzioni.
Sai bene quanto ti sono amico. Questo mi permette di esprimerti pubblicamente, con sincerità, il mio pensiero. Ove il passo fosse stato più lungo della gamba, ascoltami, molla tutto!