Cronaca: Traffico di droga, 8 arresti dei CC a Taranto, Leporano e Caserta

CRONACA
26.10.2015 09:06

All’alba di oggi i Carabinieri della Compagnia di Taranto hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Taranto dott.ssa Vilma Gilli, nei confronti di otto persone.

Il provvedimento scaturisce da una complessa e articolata attività d’indagine svolta dai militari della sezione Operativa, sotto la direzione del Sostituto Procuratore dott.ssa Giovanna CANNARILE. Spaccio continuato in concorso di sostanza stupefacente del tipo hashish, cocaina e marijuana è il reato contestato agli indagati.

Come detto, otto le persone, tutte con precedenti specifici, arrestate a Taranto e Marcianise, in provincia di Caserta, durante l’operazione, che prende il nome dal mezzo di trasporto più utilizzato per le cessioni: uno scooter Piaggio Liberty. Quattro dei catturati sono stati sottoposti ai domiciliari. Più di venti gli indagati.

Le manette sono scattate ai polsi di Cosimo Capriulo, 26enne tarantino, Luigi Caffio, 23enne tarantino, Antonio Simonetti, 31enne tarantino, Antonio Saracino, 33enne tarantino, che sono stati sottoposti alla custodia cautelare in carcere; Anna Blè, 34enne tarantina, Giuseppe Grieco, 32enne leporanese, Emanuele Marilli, 27enne tarantino, Gennaro Oriunto, 29enne napoletano, questi  sottoposti agli arresti domiciliari.

L’attività, basata su osservazioni, controlli, pedinamenti, perquisizioni e intercettazioni telefoniche, ha permesso di scoprire l’esistenza di una rete di spaccio dello stupefacente, composta da gruppi che, pur se con rapporti reciproci d’affari, avrebbero agito in modo autonomo nella gestione dello spaccio. Tale mercato della droga, stando alle indagini fatte dai Carabinieri, si sarebbe sviluppato nel settore meridionale della città, in particolare nelle borgate di Talsano, Tramontone, Lama e Gandoli.

Il canale di approvvigionamento, per l’hashish era partenopeo, e secondo gli inquirenti agevolato da un soggetto di origini campane, ma stanziatosi per un certo periodo a Taranto con la propria madre, a seguito della pregressa detenzione nel capoluogo jonico, il padre, fanno sapere gli investigatori, è considerato elemento di spicco legato ad organizzazioni camorristiche. Al contrario, dal vicino quartiere Tamburi, proveniva la cocaina, smerciata successivamente in singole dosi.

Durante le comunicazioni intercorse tra gli indagati e i loro acquirenti è stato registrato l’uso di un linguaggio convenzionale con cui indicavano lo stupefacente, tentando di sviare i controlli delle Forze dell’Ordine. “Felpe, tavoli, focaccia, fogli, orologi e auto da ricoverare in officine” erano i termini utilizzati come riferimento alla merce che gli spacciatori intendevano cedere ai loro clienti. Ovviamente nessuno dei soggetti indagati svolgeva attività dedita alla commercializzazione di quei generi di materiale.

Il fenomeno riveste una spregiudicatezza paradossale, hanno spiegato in conferenza stampa i Carabinieri, quando vengono intercettate e riscontrate cessioni di stupefacente da parte del principale indagato. In soli tre mesi di attività sono stati documentati ben 67 episodi di spaccio. Circa due i chilogrammi di stupefacente sequestrato tra hashish, marijuana e cocaina, con quattro arresti in flagranza di reato e varie denunce a piede libero.

A garanzia della sicurezza degli illeciti spostamenti della sostanza, sarebbe emerso dalle indagini anche il coinvolgimento di donne e minori, consapevoli delle proprie condotte e, in quanto tali, coinvolti a pieno titolo nell’attività.

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