Genitori Tarantini a sindaco Melucci: ‘Non un passo indietro sull’Ilva’
Dottor Rinaldo Melucci,
come Sindaco di Taranto lei ha voluto intraprendere una strada di assoluta discontinuità rispetto alle precedenti gestioni del governo della città. Una decisione difficile, riteniamo, ma anche coraggiosa e sostenuta, per le argomentazioni che ha voluto presentare a corredo, da articoli della Costituzione italiana facili da rintracciare.
Il presupposto del mantenimento di una salubrità ambientale tale da garantire l’integrità fisica e la vita degli individui è solo la base dell’azione intrapresa dal Comune di Taranto verso il Dpcm impugnato. E’ come avere una moneta da lanciare in aria per un sorteggio: su una faccia è stampato il diritto soggettivo alla salute, sull’altra leggiamo il diritto collettivo all’ambiente salubre. Il risultato, al fermarsi della moneta, sarà sempre un DIRITTO INVIOLABILE.
Bene ha fatto, quindi, come Primo cittadino, a farsi carico delle richieste dell’intera comunità tarantina, anche oltre gli stretti confini comunali, in considerazione del fatto che i picchi di mortalità e morbilità a causa dell’inquinamento industriale verranno raggiunti nei prossimi anni. In più, fa male come uno sfregio l’estensione dell’immunità penale anche ai prossimi gestori privati dell’Ilva.
Lei ha nominato le origini spartane di questo territorio, ricordando a tutti quanto impossibile fosse, in quei tempi, fare anche solo un passo indietro, una volta assunta una posizione. E’ stato irriso, per questa sua dichiarazione, da chi pensava di poter ancora disporre senza ostacoli della vita e del futuro dei tarantini. In realtà, costui ha mostrato tutta la paura che invade l’arrogante sicumera del pugile che crede di vincere a mani basse e che invece prende un pugno inaspettato in pieno viso. Così, il pugile colpito ha cominciato a menare pugni senza forza e senza mira che hanno mosso l’aria e null’altro.
“Faremo scappare il compratore!” (aria); “Se il Sindaco vuole la chiusura, lo dica!” (aria); “Se il Sindaco non ritira il ricorso, il tavolo per Taranto salta!” (aria). Abituato alle figurine del recente passato che ritraggono un sindaco sorridente mentre inaugura una fontanella, gentilmente offerta dalla famiglia Riva, all’interno del Cimitero Monumentale di Taranto (offeso in maniera insopportabile dalla stessa produzione così “magnanima”), il Ministro Calenda ha accusato il colpo.
“Se chiude l’Ilva, dovremo comprare l’acciaio dalla Germania”, ha dichiarato, infine, il ministro. Bene, così avremo la certezza che pagheremo l’acciaio in euro e non più in morti, malattie, disoccupazione, inquinamento che impedisce agricoltura, allevamento, pesca, mitilicoltura, sviluppo naturale del territorio, turismo mancato, giovani tarantini che partono per non tornare più, popolazione più vecchia e malata con qualità e aspettative di vita calpestate e ridotte a poltiglia da classificare agli ultimi posti della nazione.
Del prodotto interno lordo (il fantomatico P.I.L.) ricavato dall’acciaio , richiamato ad ogni pie’ sospinto dal Governo, al netto di tutte le tare sopra menzionate (e altre non menzionate, tipo la spesa sanitaria, per esempio), cosa resta, in realtà? Ben poca cosa, immaginiamo; se dovessimo spingerci a fare due conti, diremmo che qualcosa, alla fine, si perde.
Quindi, sì, chiudiamo questa produzione infernale; andiamo a comprare in
Germania (o in qualsiasi altro posto del mondo) l’acciaio. Da Taranto pagheremo la nostra parte con Arte, Cultura, Sole, Mare, Gastronomia, Imprenditoria locale, Artigianato, Startup, Turismo.
La invitiamo, quindi, Sindaco di Taranto, a non fare neppure un passo indietro ed assumere (per la difesa del territorio, della dignità e della salute dei cittadini, per il rispetto che si deve alla parte dell’Italia da lei amministrata) una posizione ancora più spinta: nessuna ipotesi di decarbonizzazione per tenere in piedi la produzione, solo chiusura e bonifica (quale minimo risarcimento per Taranto e per i suoi morti) delle fonti inquinanti come unica strada perseguibile, senza se e senza ma.
Avrà, così facendo, una buona percentuale del popolo tarantino al suo fianco, già convinta di uno sviluppo compatibile con il territorio. Ogni scelta che ci farà intravvedere da parte sua ripensamenti non ci vedrà di certo tra i suoi sostenitori.
Per Taranto e per tutti i suoi figli.
Genitori tarantini