Benevento: Ecco perché Ghigo Gori non ha esordito in Serie A
Una vicenda che in qualche modo coinvolge anche il Taranto
Il mancato esordio in Serie A di Ghigo Gori non è dovuto a un “problema burocratico” legato al mancato invio di una PEC e alla mancata consegna di copia della comunicazione al delegato di gara della Lega, ma a una questione prettamente economica: il “Premio alla Carriera”. Lo ipotizza il sanniosport.it che prova a fare chiarezza. Il premio alla carriera è previsto dalle delle N.O.I.F. della Figc nell’articolo 99 bis: Alle società della L.N.D. e/o di puro Settore Giovanile è riconosciuto un compenso forfettario pari a Euro 18.000,00= per ogni anno di formazione impartita a un calciatore da esse precedentemente tesserato come “giovane” o “giovane dilettante” nei seguenti casi: a) quando il calciatore disputa, partecipandovi effettivamente, la sua prima gara nel Campionato di serie A; b) quando un calciatore disputa, partecipandovi effettivamente con lo status di professionista, la sua prima gara ufficiale nella Nazionale A o nella Under 21. Dunque, spiega il sanniosport.it, se Gori avesse effettivamente esordito nella gara Torino-Benevento, la società giallorossa, entro il 30 giugno 2021, avrebbe dovuto riconoscere un compenso alla società della Lega Nazionale Dilettanti e/o di puro Settore Giovanile nella quale Gori aveva militato a partire dai 12 anni in su, quindi il Taranto, pari a 90mila euro. Ma a quale Taranto? Nel corso della sua storia, il club rossobli è fallito ed è stato rifondato in più di un’occasione: l’AS Taranto (matricola FIGC 51480), 19° in Serie B e quindi retrocesso, il 31 luglio 1993 viene radiato per inadempienze finanziarie con Covisoc e Lega. Il 13 agosto 1993 viene fondato il Taranto Calcio 1906 (matricola FIGC 720326) cui viene riconosciuta la tradizione sportiva cittadina, in virtù della quale ottiene l’affiliazione all’allora LND (attuale serie D). Il 16 dicembre 2004, il Taranto Calcio S.r.l. (denominazione societaria cambiata nel 2000) fallisce per dissesto finanziario, ma il titolo sportivo viene salvaguardato, messo all’asta e ricomprato da una società subentrante (Gigi Blasi) con la denominazione sociale di Taranto Sport S.r.l. (matricola FIGC 915291). Il 30 giugno 2012, l’Associazione Sportiva Taranto Calcio (denominazione societaria cambiata nel 2010) non si iscrive e viene escluso dal campionato di competenza (era arrivato 2° in Prima Divisione Lega Pro). Il 20 luglio 2010 viene fondato il Taranto Football Club 1927 S.p.A. che il 6 agosto viene iscritto in Serie D (matricola FIGC 936114). Le società del Taranto in cui ha militato Gori, sia nel settore giovanile che successivamente da professionista, sono state il Taranto Calcio S.r.l. e il Taranto Sport S.r.l., poi entrambe fallite. Pertanto, il Benevento Calcio a chi avrebbe dovuto pagare il “premio alla carriera”? Nel regolamento delle NOIF non è specificato perché non viene fatta una menzione diretta nel caso si abbia a che fare con delle società fallite. E il Benevento non avrebbe dovuto andare a cercare le vecchie proprietà di quel Taranto, ma non avrebbe dovuto nemmeno pagare il premio all’attuale società di Massimo Giove, con cui il calciatore e la società giallorossa non hanno mai avuto a che fare. Ghigo Gori, conclude il sanniosport.it, non ha potuto esordire in A perché il Benevento non intendeva pagare il “premio alla carriera” devolvendolo di fatto alla FIGC: una spesa che avrebbe pesato ulteriormente sul bilancio societario considerando i mancati introiti derivati da botteghino, merchandising e diritti tv della A. Molto probabilmente, il portierone tarantino resterà in società con un altro ruolo, da decidere se nello staff tecnico della prima squadra o delle giovanili. Magra consolazione però per il sogno di un uomo, di un calciatore, dei tifosi giallorossi e di due record che difficilmente verranno superati o eguagliati nell’immediato futuro.